Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
15 - 21 Maggio 2011
Tempo di Pasqua IV, Colore bianco
Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Lunedì 16 maggio 2011

L'amore gratuito di Cristo.

Gesù si presenta come il vero ed unico Pastore, colui, cioè, che dona tutto se stesso per le sue pecore. Il verbo offrire ripetuto da Gesù tante volte, esprime con forza la sua missione redentiva di amore per tutta l'umanità. La passione e la morte di Gesù sulla croce, ma non solo, tutta la sua vita , le sue parole, i miracoli, i suoi gesti misteriosi e indimenticabili sono un'offerta continua. Offrire significa donare, cioè privarsi di qualche cosa, Gesù «svuotò se stesso» (Fil 2,7) interamente. L'amore di Cristo ci spinge non solo ad accogliere il dono della vita nuova ed eterna che Egli ci fa, ma anche ad offrire noi stessi insieme con Lui. «Accetta con benevolenza o Signore l'offerta che ti presentiamo noi tuoi ministri e tutta la tua famiglia: disponi nella pace i nostri giorni, salvaci dalla dannazione eterna e accoglici nel gregge degli eletti». (Preghiera eucaristica prima). Il Sacrificio Eucaristico ci unisce intimamente a questa offerta, e ce ne fa comprendere il senso. Ormai non siamo soli, ma c'è Lui, il Pastore Grande delle pecore, a soffrire, a gioire, a pregare, ad offrire, con noi e con tutta la Chiesa, ogni giorno. Avendo visto lo stesso Pastore farsi Agnello immolato per nostro amore, cresceremo nella conoscenza intima di Lui, ci nutriremo di Lui che ci renderà forti per vivere da redenti e capaci di subire, se necessario, la medesima sorte. Le parole del Buon Pastore sono un chiaro invito a liberarci dalle nostre paure e ad andargli incontro con gioia nella certezza di essere intimamente conosciuti, amati e salvati dal Signore.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'Abba Pastor disse: Allontanati da ogni uomo che quando discorre polemizza continuamente.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

SE IL MONACO PUÒ RICEVERE LETTERE O ALTRE COSE

Non sia assolutamente permesso al monaco ricevere, senza il consenso dell'abate, lettere, pii regali o qualunque altro benché piccolo oggetto, sia da parte dei parenti che di qualsiasi altra persona, né di mandarli loro e neppure di scambiarseli tra i fratelli. E anche se dai suoi parenti gli viene inviata qualche cosa, non ardisca accettarla senza averne prima avvisato l'abate. Se l'abate poi darà il permesso di accettarla, abbia piena facoltà di destinarla a chi vuole; e non si rattristi di ciò il fratello a cui la cosa era stata inviata, per non dare occasione al diavolo. Chi oserà agire diversamente, sia sottoposto alla disciplina regolare.

Cap.54,1-5.