Accogliere Cristo nella fede è il segno inequivocabile di una vera religiosità. Questa non si identifica però nella ricerca di segni e di prodigi, non si limita ad una gioia superficiale e momentanea, ma induce ad una vera conversione del cuore, ad una adesione piena ed incondizionata del suo messaggio. Anche il miracolo che oggi l'evangelista Giovanni ci racconta ha lo scopo di suscitare la vera fede. La guarigione prodigiosa, operata "a distanza", a favore del figlio di un funzionario del re, raggiunge pienamente lo scopo. Non solo il malato guarisce, ma prima nel padre e poi in tutta la sua famiglia si accende la luce della fede. Gesù ancora oggi ci ammonisce: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Solo la cecità spirituale, che annebbia la luce della fede ci impedisce di «vedere» e di credere. Sicuramente non mancano i segni e i prodigi, manca ancora la limpidezza dello sguardo dell'anima che direttamente ci immerge nel mondo di Dio. Tanti fattori concorrono ad annuvolare il nostro sguardo: l'informazione martella dentro di noi l'apparente trionfo del male sul bene. Vengono narrati e spettacolarizzati gli eventi negativi e taciuto tutto il bene che silenziosamente viene operato in ogni parte del mondo. Ci acceca anche l'eccessiva fiducia che riponiamo nelle nostre risorse umane, che quasi distoglie dalla fede in Dio e dalla umile preghiera a Lui. I funzionari di oggi più che cercare Gesù e attendersi da Lui la guarigione del figlio, preferiscono ricorrere innanzitutto ai luminari della scienza. Possiamo aggiungere, su questa scia, che tanti papà e tante mamme, vedendo i loro figli «malati» anche gravemente, o non si accorgono del loro stato, o si affannano in strane ricerche, ma raramente ricorrono con vera fiducia al vero Medico dei corpi e delle anime. Dobbiamo sempre ricordarci che la lampada della fede va alimentata ogni giorno con l'olio delle buone opere e soprattutto con il fervore della preghiera assidua.
"Sii una madre per i tuoi monaci, piuttosto che un padre... Una madre che ama non vive per se stessa, ma per i suoi figli... Deve essere indulgente verso le loro debolezze, sopportare con amore le loro malattie, fasciare i mali dei peccatori con le bende della misericordia, rialzare con dolcezza quelli che cadono, purificare nella pace quelli che si sono macchiati di qualche vizio ed imporre loro una razione supplementare di preghiera e di digiuno, ricoprirli di virtù attraverso l'insegnamento e l'esempio, seguirli costantemente e proteggere la loro pace interiore in modo da non dover mai sentire da parte loro il minimo rimprovero".
CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI A Compieta si ripetano ogni giorno i medesimi salmi, cioè il 4, il 90 e il 133. Fissato l'ordine della salmodia diurna, tutti gli altri salmi che rimangono si distribuiscano in parti uguali per le sette Vigilie notturne, dividendo quelli più lunghi e assegnandone dodici per ciascuna notte.