Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
14 - 20 Giugno 2009
Tempo Ordinario XI, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Sabato 20 giugno 2009

C'è la provvidenza!

Il mondo e le sue attrattive (la «mammona» del vangelo odierno) o Dio? E' l'esigenza di una scelta radicale, che sgorga dalla coerenza e dalla fede che il cristiano vuole professare e vivere. «Non potete servire a Dio e a mammona». Tante volte ci sono nella nostra vita compromessi irrealizzabili, anche se spesso siamo tentati di attuarli. Certamente il Signore non disconosce l'importanza del nutrimento, del vestire e di quanto serve alla vita di ogni giorno. Vuole farci comprendere però che non è questo che dà il vero senso alla vita e vuole metterci in guardia da quegli eccessivi affanni che inutilmente ci affliggono e da quell'attaccamento alle cose che ci procura solo amare delusioni. Vuole far rinascere in noi la fede nel Dio provvido, che ai nostri giorni sembra quasi scomparsa. Sollecitandoci alla preghiera ci ricorda Gesù che il nostro Padre celeste sa di che cosa abbiamo bisogno prima ancora che glie lo chiediamo. Ci sollecita perciò a guardare con intelligenza spirituale gli uccelli de cielo, che, non ammassano nei granai, pure sono nutriti dal Padre celeste e i gigli del campo che provvidenzialmente si adornano di tutta la loro splendida bellezza. La conclusione e di quelle che dovrebbero entrare pienamente nel programma di vita di ogni cristiano: «Cercate il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta». Capita invece che proprio perché colpevolmente privi di beni spirituali, ci attacchiamo ai surrogati del mondo. Si tratta di spiritualizzare la nostra vita per imparare a cogliere i valori che davvero possono essere fonte della nostra gioia. Il materialismo si è sempre alleato all'ateismo, l'uno a supporto dell'altro.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'abba disse: "non vi è virtù così grande come il non disprezzare".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I PORTINAI DEL MONASTERO

Alla porta del monastero sia posto un fratello anziano saggio, capace di ricevere e dare una risposta e la cui età avanzata non gli permetta di andar vagando qua e là. Il portinaio deve avere la sua cella vicino alla porta, perché chi arriva al monastero trovi sempre uno pronto a dare una risposta. E appena qualcuno bussa o un povero chiama, egli dica subito Deo gratias oppure Benedic; e con tutta la dolcezza suggerita dal timor di Dio dia la risposta prontamente con fervore di carità. Se il portinaio ha bisogno di aiuto, gli si dia un fratello più giovane.

Cap.66,1-5.