Quella di oggi si propone come una celebrazione della parola e della profezia. Queste ci sono presentate come due endiadi indivisibili: dovremmo scrivere parola-profezia. Il rapporto è inoltre direttamente proporzionale, crescono insieme. La parola di Dio, amata e vissuta, porta alla profezia e questa conduce ad una relazione sempre più profonda e intensa con la parola. L'antifona d'ingresso ci dice: "mia gioia sono i tuoi precetti, e io li ho intensamente amati" (Sal 118): la figura del Battista può essere riassunta in questa frase e la sua testimonianza scaturisce dalla gioia dell'incontro. Se la lettura di Geremia sottolinea la protezione di Dio nella predicazione, il Vangelo sembra accondiscendere ad un messaggio contrario e cioè Dio non ha protetto il suo profeta. Quando nella nostra vita vediamo che tutto fallisce, che intorno a noi le cose crollano, che la disperazione attanaglia tutto il nostro essere, sappiamo che quei frangenti non riusciamo a gestirli sono più grandi di noi, dobbiamo però riuscire a sperare, a dare senso al nostro soffrire e a quello di tanti nostri fratelli. L'esistenza del Battista, come quella di Cristo e di molti profeti, si chiude miseramente, anzi la cosa provoca rabbia: egli viene condannato a causa della famosa danza della figlia di Erodìade a cui il re aveva promesso "anche la metà del Regno". Morire per una danzatrice cretinetta beh! Questo ti fa veramente andare su tutte le furie. Ma non è la cosa importante, il profeta non muore per una quisquilia come quella accaduta nella sala dei banchetti quella sera, egli dona la vita per Dio e per testimoniare che al di là delle trame umane di morte c'è la vita di Dio che trionfa. Ed è questo dato che deve riempire il nostro cuore di speranza.
«Domanda: Quando cerco di concentrare tutta la mia attenzione sul senso delle parole della salmodia, mi accade spesso di concepire cattivi pensieri. Risposta: Se vedi che il nemico si serve delle parole stesse della salmodia per farti guerra, non devi soffermarti strettamente sul senso delle parole, ma salmodiare con molto impegno senza fantasticare. Anche se infatti ti limiti a dire le parole, i nemici che sanno il loro significato, non possono resisterti. Così la salmodia sarà per te come una supplica a Dio e porterà all'annientamento dei nemici».
COME CELEBRARE L'UFFICIO NOTTURNO NEL PERIODO ESTIVO Da Pasqua fino al principio di novembre si mantenga tutta la quantità dei salmi indicata sopra; eccetto che, data la brevità delle notti, non si leggano le tre letture dal codice, ma al loro posto se ne dica una a memoria dell'Antico Testamento, seguita da un responsorio breve; però tutto il resto si svolga come prescritto sopra, cioè alle Vigilie notturne non si devono dire mai meno di dodici salmi, oltre il salmo 3 e il salmo 94.