Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
11 - 17 Maggio 2008
Tempo Ordinario VI, Colore verde
Lezionario: Ciclo A | Anno II, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Venerdì 16 maggio 2008

La fede senza le opere è senza calore.

Fede e opere - Il richiamo e l'invito che San Giacomo rivolge a tutti i fedeli è quello di una vita cristiana coerente con la fede che si professa e con l'annunzio del vangelo. Ma la coerenza viene manifestata dalle opere che si compiono, dal comportamento personale e comunitario in ogni situazione della vita. Per noi tutti, che difettiamo di coerenza nella vita, mi sembra un richiamo molto opportuno. Nella vita pubblica come in quella privata notiamo con disagio e amarezza la separazione tra il dire e fare. Ci si professa cristiani e poi le scelte che vengono fatte nella vita sono in pieno contrasto con il vangelo. San Giacomo ci mostra come la fede viene convalidata e confermata dalle opere adducendo l'esempio di Abramo che obbedisce alla voce di Dio quando questi gli chiede di sacrificargli il figlio Isacco. Quanti "Isacco" o idoli abbiamo ciascun di noi che non siamo disposti a lasciare! Il brano del vangelo che ci viene proposto è in linea con le affermazioni di S. Giacomo. Gesù si rivolge a tutti: Seguire Lui, significa rinnegare se stesso, rinnegare i propri idolo, prendere la propria croce e esser disposti a condividere la sua sorte, fino a perdere la vita come lui ha offerto la propria esistenza donandola per la salvezza del mondo. Avere il coraggio di manifestare la propria fede nel Signore, senza rispetto umano o vergogna significa prepararsi una buona testimonianza presso il Padre da Gesù stesso. Chi invece si vergogna di Lui dinanzi agli uomini, non potrà attendersi che riprovazione e confusione. Ci dia il Signore il coraggio delle fede, che viene testimoniata dalle opere, dalla nostra vita concreta...


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'Abba Pastor disse: Allontanati da ogni uomo che quando discorre polemizza continuamente.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

SE IL MONACO PUÒ RICEVERE LETTERE O ALTRE COSE

Non sia assolutamente permesso al monaco ricevere, senza il consenso dell'abate, lettere, pii regali o qualunque altro benché piccolo oggetto, sia da parte dei parenti che di qualsiasi altra persona, né di mandarli loro e neppure di scambiarseli tra i fratelli. E anche se dai suoi parenti gli viene inviata qualche cosa, non ardisca accettarla senza averne prima avvisato l'abate. Se l'abate poi darà il permesso di accettarla, abbia piena facoltà di destinarla a chi vuole; e non si rattristi di ciò il fratello a cui la cosa era stata inviata, per non dare occasione al diavolo. Chi oserà agire diversamente, sia sottoposto alla disciplina regolare.

Cap.54,1-5.