La pagina del Vangelo di oggi è indubbiamente gioiosa: siamo vicini alla Pasqua, è primavera nella Palestina, la scena degli uomini saziati è una scena festiva e piena di allegrezza. "Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì fra quelli che si erano seduti". Ma dobbiamo ricordare che la venuta di Gesù non si ferma qui. Giovanni infatti non si premura di evidenziare il ruolo attivo che Gesù fa svolgere ai discepoli, nell'attirare l'attenzione sulla condizione precaria della folla affamata, nel collaborare a cercare una soluzione "c'è qui un ragazzo con cinque pani e due pesci", nel distribuire il pane alla gente. L'attenzione dell'evangelista invece è tutta rivolta a ciò che fa e dice Gesù, spingendoci oltre il segno prodigioso. Ma la folla e gli stessi discepoli, non capiscono, e l'incredulità attraverserà l'intero capitolo. D'altra parte ci sono molti indizi che faciliterebbero una diversa intuizione. Gesù è sulla montagna come Mosè, la vicinanza della Pasqua, il mettersi seduti per mangiare, il rendere grazie (gesti conviviali), la raccolta degli avanzi. Il fatto suscita solo stupore tra la gente che di fronte al segno ha un'unica convinzione: "Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo". Giusta affermazione! Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo". C'è in questo comportamento di Gesù una sapienza sulla quale non dovremmo mai finire di riflettere. Come in tutti i segni miracolosi, tutto comincia dal profondo desiderio che Gesù ha di beneficare e nel medesimo tempo di annunciare dei beni ancora maggiori. Nel caso particolare vuole preparare il cuore dei suoi ascoltatori ad accogliere lui stesso come pane di vita. Più avanti dirà, a conferma di questo, che la manna nel deserto non è stata il pane del cielo, ma sarà lui la vera manna che il Padre manderà dal cielo. Ecco perché Gesù non voleva creare equivoci nelle sue attività prodigiose. E' la situazione di fede in cui noi tutti ci troviamo. Gesù è venuto per dispensare se stesso per la nostra fame.
Un anziano diceva: «Fuggite l'amore che ispirano le cose periture perché passa con loro e perisce con loro».
SE TUTTI DEVONO RICEVERE IL NECESSARIO IN MISURA UGUALE Sta scritto: «Veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno» (At 4,35). Con questo non vogliamo dire che si facciano preferenze di persone - non sia mai! - ma che si tenga conto delle infermità dei singoli; così chi ha minori esigenze ringrazi Dio e non stia di malumore; chi invece ha maggiori necessità si umili per la sua debolezza e non si insuperbisca per l'attenzione che gli viene usata; e così tutte le membra saranno in pace. Soprattutto non compaia per nessuna ragione, in alcuna parola o altro gesto, il male della mormorazione. E se qualcuno sarà trovato colpevole di questo, sia sottoposto a una punizione molto rigorosa.