Ritenere di poter entrare nel regno di Dio soltanto perché protagonisti di gesti superficiali e formali di religione o di preghiere dette solo con le labbra, è una autentica illusione. Gesù proclama ai suoi discepoli ed oggi a noi. "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli". Vuole dirci Gesù che se la nostra religiosità non ci orienta concretamente a compiere in noi la volontà di Dio, essa è sterile e vana. Di questi falsi religiosi il Signore ha detto: "Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me". Dinanzi al giudizio insindacabile di Dio potremmo sentirci dire: "Non vi conosco". Ascoltare e mettere in pratica è il nostro compito di credenti e fedeli a Cristo, se vogliamo che il nostro edificio spirituale sia come la casa costruita sulla roccia, in grado di resistere a tutte le intemperie e a tutte le tentazioni della vita. È la vera saggezza che fa poggiare su Cristo la nostra esistenza: è lui la roccia che rende solida e inattaccabile la vita. Fa sempre molta tristezza invece vedere case in rovina e vite franate perché costruite sulla sabbia. Non smettiamo mai di ammirare la solidità delle vite vissute eroicamente dai santi, loro sì, ci affascinano e ci incoraggiano, loro hanno costruito sulla roccia, non si sono limitati a dire "Signore, Signore", ma hanno ascoltato e messo in pratica anche quando la fatica si faceva dura.
Abba disse: "Togli le tentazioni e nessuno si salverà".
L'ORDINE DELLA COMUNITÀ Nel monastero i fratelli abbiano il loro posto secondo l'ingresso nella vita monastica, o secondo i meriti personali, o secondo la decisione dell'abate. Questi però non conturbi il gregge a lui affidato con ingiuste disposizioni, quasi facendo uso di un potere assoluto, ma pensi sempre che di tutti i suoi giudizi e azioni dovrà rendere conto a Dio.