Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
04 - 10 Marzo 2007
Tempo di Quaresima II, Colore viola
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Mercoledì 07 marzo 2007

Non abbandonarci, Signore, Dio nostro, vieni in nostro aiuto.

Geremia, figura profetica di Cristo, è oggetto di un complotto ed è minacciato per la fedeltà alla propria vocazione e per la sua disponibilità a intercedere a favore degli altri. La liturgia quaresimale presenta Gesù in una prospettiva analoga: non sarà accettato il suo messaggio di perdono, di verità, di aiuto; ma egli non invocherà vendetta, perché offre la sua vita per tutti, senza distinzione. La sua salita verso Gerusalemme è l'ultima tappa verso la passione e il Calvario. Mentre i figli di Zebedeo (Giacomo e Giovanni) insistono per un futuro di potere e di dominio, Gesù ripete il significato della sua missione: bere il calice, cioè pagare di persona per i peccatori. Chi ambisce i primi posti, deve essere disposto ad offrire la propria vita in riscatto spirituale. Il mistero della Passione continua nella sua forza storica e teologica; secondo l'invito di S. Paolo, ognuno collabora a realizzare i frutti della Passione (Col.1, 24). Si può a buon diritto parlare di com-passione che si realizza laddove viviamo in profonda sintonia con il Signore. Nuovamente lo spirito della Quaresima è segnato dall'orientamento cristologico; sarebbe riduttivo concentrarlo prevalentemente sullo sforzo moraleggiante.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Pregare per gli altri

«Un fratello fece visita ad un anziano che aveva il dono del discernimento e lo supplicò con queste parole: "Prega per me, padre, perché sono debole". L'anziano gli rispose: "Uno dei padri una volta ha detto che chi prende dell'olio in mano per ungere un malato, trae giovamento lui per primo, dall'unzione fatta con le sue mani. Così chi prega per un fratello che soffre, prima ancora che questi ne tragga giovamento, lui stesso ha la sua parte di guadagno, a causa del suo intento di amore. Fratello mio, preghiamo dunque gli uni per gli altri, per essere guariti, perché Dio stesso ce lo ha ordinato attraverso l'apostolo"».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IN QUALI TEMPI SI DICE L'ALLELUIA

Dalla santa Pasqua fino a Pentecoste si dica sempre l'Alleluia sia nei salmi che nei responsori; da Pentecoste invece fino all'inizio della Quaresima lo si dica ogni notte soltanto con gli ultimi sei salmi dell'Ufficio notturno. Ogni domenica poi fuori del tempo quaresimale i cantici dell'Ufficio notturno, le Lodi, Prima, Terza, Sesta e Nona si dicano con l'Alleluia; ai Vespri invece non si dica. Ma i responsori non si dicano con l'Alleluia se non da Pasqua a Pentecoste.

Cap.15,1-4.