Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
14 - 20 Gennaio 2007
Tempo Ordinario II, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno I, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Martedì 16 gennaio 2007

Al servizio di Dio senza pastoie.

Quando più l'autenticità della fede e della pratica religiosa è in calo, tanto più aumentano le norme e si aggrovigliano le leggi. È quanto accadeva ai tempi di Gesù e la conseguenza più drammatica era il formalismo esteriore portato all'esasperazione. I farisei erano i portabandiera di tale deviazione, per cui avevano sempre gli occhi puntati sul Cristo e su i suoi discepoli, per coglierli in fallo e poi accusarli e ordire le loro trame contro di essi. Anche il cogliere qualche spiga matura nei campi da parte dei discepoli, costituiva per loro un appiglio e motivo di una critica. Gesù, che è venuto a riportare la libertà ai figli di Dio, fa del tutto per divincolare dalle pastoie della legge i suoi discepoli, per guidarli versò l'autenticità delle fede e della pratica religiosa. Dirà esplicitamente: "La verità vi farà liberi". Ai farisei, che si appellano all'antica legge, fa vedere la stridente contraddizione in cui incappano, ricordando loro: «Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell'offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?». E conclude: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato». Il Signore del sabato, Cristo Gesù, viene quindi a ristabilire l'ordine e le priorità. Viene a proclamare la libertà ai prigionieri, agli stessi farisei, che presi nella morsa del loro falso zelo, si erano imprigionati nello sterile legalismo fino a restarne intrappolati. È un pericolo in cui possiamo incorrere anche ai nostri giorni perché i legalisti non mancano neanche ai nostri giorni.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse abbà Longino: «Da' il sangue e ricevi lo Spirito»

Non nel senso letterario ma figurativo. Donati completamente alla ricerca di Dio e riceverai i doni dello Spirito.

Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

Quando dunque uno assume il titolo di abate, deve guidare i suoi discepoli con un duplice insegnamento: cioè, tutto quello che è buono e santo mostrarlo più con i fatti che con le parole; in modo da proporre con le parole i comandamenti del Signore ai discepoli più maturi, invece ai duri di cuore e ai più rozzi mostrare con il suo esempio i precetti divini. Quanto poi avrà indicato ai suoi discepoli come contrario alla legge di Dio, dimostri con la sua condotta che bisogna evitarlo, perché non gli accada che, mentre predica agli altri, non sia trovato riprovevole proprio lui (cf. 1 Cor 9,27), e che un giorno Dio non debba dirgli a causa dei suoi peccati: «Perché vai ripetendo i miei decreti e hai sempre in bocca la mia alleanza, tu che detesti la disciplina e le mie parole te le getti alle spalle?» (Sal 49,16-17); e ancora: «Tu osservavi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, ma non ti sei accorto della trave che era nel tuo» (Mt 7,3).

Cap.2,11-15.