Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
05 - 11 Novembre 2006
Tempo Ordinario XXXI, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Sabato 11 novembre 2006

Le ricchezze: l'ingiusta e la vera...

La vera interpretazione della parabola dell'amministratore disonesto si legge oggi. Gesù esorta "a procurarsi amici con la disonesta ricchezza, perché quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne". Se quell'amministratore ha cercato di assicurarsi un avvenire tranquillo, procurandosi amici con la frode, a maggior ragione i discepoli di Gesù debbono essere scaltri, e prepararsi una degna accoglienza nel Regno dei cieli, dato che alla morte la ricchezza non potrà essere più d'aiuto. Il che significa servirsi ora delle ricchezze per il bene di altri uomini. "Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto. Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera?" Dio ci ha affidato il poco, cioè i beni della terra. Dobbiamo essere buoni amministratori di questo deposito, secondo la volontà del suo padrone, usandolo non solo a nostro profitto, ma anche al servizio degli altri. Allora Dio ci affiderà la ricchezza vera: il Regno. Gesù enuncia un'altra verità: "Non potete servire a Dio e a mammona". E' un'alternativa inconciliabile. Dobbiamo scegliere o il regno di Dio e la sua giustizia o il denaro e la sua ingiustizia, "perché dov'è il nostro tesoro, lì sarà anche il nostro cuore". Alla fine del testo evangelico odierno è detto che "i farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui". Il credente sa che il Cristo salva non con mammona e il potere, ma con la povertà e la povertà della sua croce. Per questo da ricco che era si fece povero per arricchire noi con la sua povertà, e fu crocifisso per la sua debolezza.


Apoftegmi - Detti dei Padri

l'Abba Pastor raccontò che l'Abba Ammone aveva detto: C'è un uomo che per tutta la vita porta con sé una scure, ma non riesce ad abbattere un albero; ce n'è un altro che è abituato a tagliare alberi e con pochi colpi abbatte l'albero.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME DEVONO ESSERE ACCOLTI GLI OSPITI

Una volta ricevuti dunque, gli ospiti siano condotti alla preghiera; dopo, sieda con loro il superiore o un fratello da lui incaricato. Si legga in presenza dell'ospite la Parola di Dio per edificarlo; e poi gli venga usata ogni attenzione. Il superiore per riguardo all'ospite rompa pure il digiuno, a meno che non sia un giorno speciale di digiuno che non si può violare; i fratelli invece proseguano la consueta osservanza del digiuno.

Cap.53,8-11.