Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
05 - 11 Novembre 2006
Tempo Ordinario XXXI, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Lunedì 06 novembre 2006

Chi invitare alla mensa??

Continua l'insegnamento di Gesù durante un convito in casa di un insigne fariseo. Precedentemente parlava della scelta dei posti e diceva che nel banchetto della vita bisognava saper occupare il proprio posto con spirito d'umiltà. Oggi parla della scelta dei commensali, ma la sua parola anche qui sconvolge completamente la nostra sensibilità umana. "Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici". Gesù non è un contestatore che critica tutte le convenzioni sociali, ma un maestro di vita che fa osservare i profondi motivi dell'agire comune e che introduce cambiamenti nel senso di indurre a una prassi nuova, più attenta a tutti e solidale con i più bisognosi. E' molto logico fare del bene a chi ci fa del bene, ed è, altrettanto logico, lasciare fuori, da questo cerchio del bene, chi del bene a noi non fà. Penso che tuttavia bisognerà andare oltre al semplice gesto dell'invito, che pur contiene un vero rapporto d'intimità e quindi non esclude per sé la parentela. Gesù insegna a qualificare tutto il proprio comportamento, davanti agli altri come disinteressato, puro da ogni aspettativa di contraccambio, di calcolo. "Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti". Beatitudine strana, ma vera: è la somiglianza con Dio, che è amore gratuito. La scelta, l'impegno e la solidarietà, servizi encomiabili, via cristiana per i poveri, non debbono essere poi strumento di dominio – ci si può far gioco dei poveri – creando una schiavitù legalizzata. Non è neppure un 'dare o un prestarsi' per sgravarsi la coscienza per i tanti sensi di colpa. Tutto deve scaturire dalla conoscenza di Dio, che ha scelto i poveri e si è identificato con loro. "Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti".


Apoftegmi - Detti dei Padri

Signore, metti l'arcangelo alla mia bocca perché io custodisca il mio cuore.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'OSSERVANZA DELLA QUARESIMA

Perciò in questi giorni aggiungiamo qualcosa al consueto debito del nostro servizio: preghiere particolari, astinenza da cibo o da bevanda; di modo che ciascuno di propria iniziativa offra a Dio, nella gioia dello Spirito Santo (1 Ts 1,6), qualcosa in più oltre la misura che gli è imposta: cioè privi il suo corpo di un po' di cibo, di bevanda, di sonno, di loquacità, di leggerezza, e nella gioia del desiderio spirituale aspetti la santa Pasqua. Però quello che ciascuno intende offrire lo sottoponga al suo abate e lo compia con la sua preghiera e la sua approvazione; perché quanto si fa senza il permesso del padre spirituale sarà imputato a presunzione e vanagloria, non a merito. Tutto dunque si deve fare con il consenso dell'abate.

Cap.49,5-10.