Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
18 - 24 Giugno 2006
Tempo Ordinario XI, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Giovedì 22 giugno 2006

"Voi dunque pregate così".

Nel Vangelo odierno Gesù ci dice che non c'è bisogno di importunare Dio con lunghe preghiere, "perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate". Ad una preghiera fatta di tante parole, Gesù oppone una preghiera breve, semplice, ricca di familiarità. E' proprio infatti di ogni rapporto familiare esprimere cose profonde, che vanno al cuore di chi viene invocato e di chi per fiducia ha colto nel proprio cuore tale invocazione. E' questo il segreto della brevità e dell'intimità del "Padre Nostro". In esso si sprigionano le grandi richieste, che tengono in sinergia i due contraenti in un amichevole dialogo. Si proclama che venga il suo regno, che sia conosciuto il suo nome, che sia fatta la sua volontà. Si fa poi filiale e doverosa richiesta del pane quotidiano, cioè del sostentamento della vita, della remissione dei propri peccati, con la promessa sincera di condonarli anche agli altri, e di essere liberati dal male. Ci sono ancora due aspetti da considerare nel "Padre nostro". La paternità universale di Dio "agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti, ma è anche al di sopra di tutti". Nessuno può appropriarsi di lui per i propri progetti. Da qui nasce una fondamentale e fondamentale fraternità che è qualcosa di molto di più di una seria amicizia. La preghiera del "Padre nostro" non dovrebbe mai sparire dalle nostre labbra di figli. Oltre tutto ci è stata comandata da Gesù stesso, Figlio unigenito del Padre, consegnata personalmente nel giorno in cui la Chiesa ci generava come figli nel Figlio.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Il padre disse: "Non giudicare il fornicatore se sei continente perché tu trasgredisci altrettanto la legge. Infatti colui che ha detto: non fornicare, ha detto anche: non giudicare".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I FRATELLI MANDATI IN VIAGGIO

I fratelli che devono essere mandati in viaggio si raccomandino alle preghiere di tutti i monaci e dell'abate; e all'ultima orazione dell'Ufficio divino si faccia sempre memoria di tutti gli assenti. I fratelli che rientrano da un viaggio, il giorno stesso del loro ritorno, a tutte le Ore canoniche, mentre sta per terminare l'Opus Dei, si prostrino a terra nell'oratorio, e chiedano la preghiera di tutti, per le mancanze che possono aver commesse eventualmente in viaggio col vedere o ascoltare cose non buone o col trattenersi in discorsi oziosi.

Cap.67,1-4.