È molto bello che l'Amore di Dio, riversato oggi sulla sua chiesa nascente, nella persona degli apostoli, radunati in preghiera con Maria nel cenacolo, si manifesti in lingue di fuoco. Noi siamo soliti dire che l'amore brucia, è vero: purifica rinnova, santifica e vivifica perché quel fuoco viene da Dio ed è per tutti noi. Scese quel giorno, in quella prima pentecoste, ma ripete la sua azione per sempre, sino alla fine dei tempi. L'amore di Dio è Lo Spirito Santo, la terza persona della santissima trinità, è l'essenza e la perfezione dell'amore, perché sgorga da cuore del Padre e del Figlio suo Gesù Cristo. È il paraclito, il consolatore, l'avvocato, la verità, l'energia vitale per ognuno e per la chiesa. Ci era stato promesso come garanzia di una unione indissolubile con Cristo e con il Padre. I primi ad essere interiormente trasformati furono gli stessi apostoli: prima pavidi, ignari, deboli poi resi impavidi ed araldi coraggiosi, pronti a tutto, fino al martirio. Il cammino della chiesa dai suoi esordi, costantemente sarà guidato da quello Spirito, supererà ogni insidia, conserverà integro il deposito della fede, sarà segno visibile di unità e di pace. Le forze degli inferi non prevarranno contro di essa. Con quello stesso Spirito una schiera, che nessuno può contare, ha conseguito la santità fino all'eroismo. Spira ancora quello Spirito sulla chiesa di oggi e sugli uomini del mondo, segnando il cammino dell'umanità sulle vie della sapienza e della concordia. Molti, è vero, camminano ancora a luci spente o si affidano alle tenue luce della ragione umana, ma sta crescendo il bisogno di luce autentica, di amore vero, di solidarietà operativa, di giustizia a tutto campo. Pare che la pentecoste di quest'anno ci colga particolarmente assetati di luce e di verità. Urge quello Spirito per il nostro mondo dopo i fallimenti di ogni genere. Urge alla chiesa, sempre bisognosa di rinnovamento, sempre protesa a nuove illuminazioni dello Spirito. Urge ai pastori e ai presbiteri perché siano testimoni di verità con la parola e con l'esempio.Urge a coloro che governano le sorti del mondo perché diventino operatori di pace. Urge alle famiglie affinché attingano amore autentico e siano capaci di fedeltà e di indissolubilità. Urge ad ogni credente in Cristo perché non abbia a mancare l'obiettivo finale della propria esistenza. Urge a chi scrive questi pensieri affinché sappia diffondere speranza e dare luce ai cuori. "Vieni Spirito Santo, accendi in noi il fuoco del tuo amore".
Raccontavano che il padre Eladio solleva mangiare pane e sale. Quando giunse la Pasqua, si disse: "I fratelli mangiano pane e sale, io dovrei fare un piccolo sforzo a motivo della Pasqua: dato che gli altri giorni mangio seduto ora che è Pasqua, farò lo sforzo di mangiare in piedi".
I SACERDOTI DEL MONASTERO Se un abate si propone di ordinare presbitero o diacono un suo monaco, scelga tra i suoi chi sia degno di esercitare l'ufficio sacerdotale. L'ordinato però si guardi dallo spirito di vanagloria o di superbia e non ardisca fare se non ciò che gli viene ordinato dall'abate, sapendo di dover essere sottomesso ancora di più alla disciplina regolare. Né col pretesto del sacerdozio trascuri l'obbedienza alla Regola e la disciplina, ma anzi progredisca sempre di più nel cammino verso Dio. Mantenga sempre il posto che gli spetta secondo l'ingresso in monastero, eccetto per l'ufficio dell'altare e nel caso il voto della comunità e la decisione dell'abate lo abbiano promosso per i meriti della sua vita. Ma anche allora sappia che deve osservare le norme stabilite per i decani e i priori.