Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
22 - 28 Gennaio 2006
Tempo Ordinario III, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Venerdì 27 gennaio 2006

È il più piccolo dei semi.

Gesù lega il suo messaggio evangelico sempre alle piccolezza, all'essere piccoli, al non apparire grandi agli occhi degli uomini. Non bisogna fraintendere, però: non è il messaggio per le piccole méte, per i traguardi che sembrano facili. Nel messaggio evangelico essere piccoli non significa essere ingenui nella fede; essere piccoli non significa non crescere nella fede; non significa rimanere legati con il cordone ombelicale alla propria realtà terrena. Cosa significa, allora questo richiamo di Gesù. Ricordiamo, anche, il salmista che non vuole che il suo cuore si inorgoglisca e non cerca cose superiori alle sue forze. Usa la bella e tenerissima immagine del bimbo svezzato in braccio alla madre. È un bimbo che gode di un rapporto di amore perché non ha bisogno del latte materno. È una immagine che ci apre, quindi all'insegnamento di Gesù che ci dice che essere piccoli agli occhi degli uomini significa essere grandi agli occhi di Dio, che non guarda le apparenze. Come superare questo divario, come essere piccoli per uomini e grandi per Dio? Gesù ci invita alla risposta: affidarsi completamente all'agire di Dio, che è ben più potente ed efficace del nostro misero affannarsi terreno. Il seme cresce sempre, dopo essere stato piantato. Essere piccoli, significa allora questo rapporto di fiducia completo che rispetta la nostra libertà e si propone come un nuovo vincolo di amore, più puro e meno interessato. È un percorso che ci introduce nel Mistero di Cristo; Egli stesso, per primo, si è fatto piccolo, si è umiliato fino all'abbandono completo. Gesù ci propone una immagine, ci esorta con un insegnamento, ci indica una via e si propone come nostro modello e nostro fondamento e nostra méta.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Rimani nella tua cella ed essa ti insegnerà ogni cosa": così abba Mosè si rivolge al discepolo inquieto e tormentato dai cattivi pensieri.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALI SONO GLI STRUMENTI DELLE BUONE OPERE

Non portare a compimento i moti dell'ira. Non riservarsi un tempo per sfogare lo sdegno. Non nutrire inganno nel cuore.
Non dare pace falsa. Non abbandonare la carità. Non giurare, per non correre il rischio di spergiurare. Dire la verità col cuore e con la bocca. Non rendere male per male.
Non fare torti e sopportare pazientemente quelli che si ricevono. Amare i nemici. Non maledire quelli che ci maledicono, ma piuttosto benedirli. Sopportare la persecuzione per causa della giustizia.

Cap.4,22-33.