Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
11 - 17 Dicembre 2005
Tempo di Avvento III, Colore rosa
Lezionario: Ciclo B, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Domenica 11 dicembre 2005

Sei Tu o attendiamo un altro?

E' blasfemo negare l'evidenza! Se poi ciò che viene negato riguarda le verità di Dio e le sue inequivocabili manifestazioni nella nostra storia, il peccato diventa ancora più grave. Non solo ai tempi di Gesù i suoi coetanei s'interrogavano se fosse lui il messia o ancora si dovesse attendere la sua venuta, ma ancora oggi tali interrogativi si pongono e si giunge talvolta fino alla negazione. Evidentemente l'errore sta nei nostri presupposti dell'attesa, su cosa ci attendiamo dalla sua venuta tra noi e con che "occhio" intendiamo scrutare le verità divine e la stessa persona di Cristo. Noi riteniamo che certi ruoli nella vita possano essere assolti solo da coloro che dispongono di particolari doti quali il denaro, il potere, il sapere e più in generale quei carismi che servono per sopraffare il nemico e sconfiggerlo con pari e maggiore violenza. Intanto il messaggio di salvezza è rivolto ai poveri, agli schiavi, agli abbandonati. Essi non verranno liberati dalla forza delle armi o da una espressione eclatante di potere, ma solo dall'amore manifestato con una nascita nella povertà, con un annuncio di ritrovato amore a Dio e al prossimo e soprattutto dal sacrificio della vita con la volontaria morte sulla croce. Tutto ciò non rientra nei nostri schemi mentali semplicemente perché è l'opera di Dio per noi. Ancora, l'evento, gli eventi divini possono essere letti solo ed esclusivamente alla luce della fede e non sono visibili a quello della ragione. Ciò che è visto solo con la ragione umana e riguarda la sfera misteriosa di Dio non ci appagherà giammai, anzi seguiterà a suscitare infiniti interrogativi, che mai potranno trovare in noi una risposta adeguata. Smettere la ragione per abbracciare la fede è quindi la grande conquista che ogni uomo potrebbe fare per esaltare verso l'infinito la propria vista spirituale. E' dinanzi a un bambino inerme posto in una mangiatoia, alla sua condanna e alla sua morte che più intensamente ci si interroga se potrà essere un bambino, un condannato, un morto a darci la vita. E' in prospettiva della croce che siamo tentati di rifiutare il Cristo e cercare altrove e da altri potenti la salvezza. La semplicità evangelica, la purezza di spirito, la fede accettata come dono ci aprono a Cristo. Giovanni il Battista ci è di esempio, i pastori ci smuovono a credere con semplicità di cuore, la stessa madre del Signore è la donna che vive gli eventi sorretta ed illuminata dalla Spirito. I Santi non hanno dubbi perché essi non ragionano con la propria mente, non discutono con Dio, ma lo amano e lo servono con docilità.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Il padre Zaccaria disse: "secondo me, monaco è colui che in ogni cosa fa violenza a se stesso".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'ELEZIONE DELL'ABATE

Se invece tutta la comunità, sia pure all'unanimità, eleggesse - non sia mai! - una persona accondiscendente ai propri vizi e questi vizi giungono in qualche modo a conoscenza del vescovo nella cui diocesi è situato il monastero o agli abati o ai cristiani vicini, essi non permettano che prevalga l'accordo dei perversi e scelgano un degno amministratore per la casa di Dio, convinti che ne riceveranno grande ricompensa, se agiranno con retta intenzione e per zelo verso Dio, mentre al contrario saranno colpevoli di peccato se trascurano di intervenire.

Cap.64,3-6.