In questo brano Gesù sembra essere piuttosto pessimista sulla possibilità che il suo messaggio possa essere accolto dal suo popolo e anzi sembra negare loro una possibilità di salvezza; se ciò corrisponde alle reali intenzioni di Gesù, allora non avrebbe neanche ragione di insegnare loro in parabole. Gesù, nel rispondere ai suoi discepoli, cita un brano tratto dalla vocazione di Isaia. Il profeta sembra essere dubbioso sull'efficacia della sua missione proprio per la durezza di cuore degli israeliti. In tutti e due i casi però l'incertezza del risultato della predicazione non elimina il compito stesso dell'annuncio della Parola di salvezza; anzi Gesù ed Isaia si sentono maggiormente responsabilizzati proprio per le difficoltà alle quali si andrà inevitabilmente incontro.
L'insegnamento per noi è non ricercare sempre preventivamente un risultato certo e positivo per poter intraprendere una qualsiasi azione; è nostro compito anche superare difficoltà che sembrano insormontabili.
Un fratello chiese ad abba Arsenio di dirgli una parola. E l'anziano gli disse: "Lotta con tutte le tue forze perché il lavoro che fai dentro di te sia secondo Dio e così vincerai le passioni di fuori"
QUALE DEVE ESSERE L'ABATE L'abate ricordi sempre ciò che è, ricordi come viene chiamato e sappia che a chi è stato affidato molto sarà richiesto molto di più (cf. Lc 12,48). Si renda conto di quanto sia difficile e arduo l'incarico che si è assunto, quello di guidare le anime e di mettersi al servizio della diversa indole di molti, dovendo trattare uno con la dolcezza, un altro con i rimproveri, un altro ancora con la persuasione; e, secondo il temperamento e il grado di intelligenza di ciascuno, egli si adatti e conformi a tutti, in modo che non solo non abbia a subire perdite nel gregge a lui affidato, ma anzi possa rallegrarsi dell'incremento del buon gregge.