Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
19 - 25 Giugno 2005
Tempo Ordinario XII, Colore verde
Lezionario: Ciclo A | Anno I, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Martedì 21 giugno 2005

La regola d'oro...

Tra i tanti ammonimenti che ci ha lasciato Gesù vi è anche la "regola d'oro" con la quale egli vuole regolare il nostro mutuo rapporto. Un'attenzione maggiore verso il prossimo e il considerare sempre la dignità d'ogni essere umano ci aiuterà a non avere posizioni di superbia. In più, Gesù c'invita a meditare sempre in tutto quello che facciamo per essere più pronto e disponibile verso le altrui necessità: tutto ciò che esiste insegnato con la "legge d'oro". Questa è la Legge dei Profeti, ci dice Gesù perché già presente nell'Antico Testamento che però Gesù stesso ci offre in una diversa chiave di lettura. Egli usa la "regola d'oro" nella sua proposizione positiva quasi ad indicare il valore nuovo e alto che Egli stesso conferisce alla legge antica tramandata dai profeti. Tutti i suoi insegnamenti hanno, quindi questa valenza "positiva" perché servono tutti per lo stesso scopo: migliorare la nostra vita spirituale e migliorare il nostro rapporto con gli altri.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Il padre Teodoro racconto: "Quando ero più giovane, ho abitato nel deserto. Un giorno andai al forno per fare due pani, ritrovai un fratello che voleva fare del pane, ma non aveva nessuno che gli desse una mano. Lasciai allora i miei pani per aiutarlo. Ma, appena fui libero, giunse un altro fratello, e ancora gli diedi una mano e feci i pani per lui. Quindi ne giunse un terzo e feci altrettanto, così per tutti quelli che venivano al forno della comunità: feci in tal modo sei infornate di pani. Infine, quando non venne più nessuno, feci i miei due pani".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I PORTINAI DEL MONASTERO

Il monastero poi, se è possibile, deve essere organizzato in modo da avere all'interno tutto ciò che è necessario: cioè l'acqua, il mulino, l'orto, le officine per i diversi mestieri; cosicché i monaci non abbiano necessità di andar fuori, cosa questa che non giova affatto alle loro anime.
Vogliamo infine che questa Regola sia letta spesso in comunità, perché nessun fratello possa addurre il pretesto di non conoscerla.

Cap.66,6-8.