Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
20 - 26 Marzo 2005
Settimana Santa , Colore rosso
Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Martedì 22 marzo 2005

Uno di voi mi tradirà

Il turbamento di Gesù è un anticipo dell'agonia del Getsemani. L'evangelista Giovanni ricorda tre volte l'emozione che afferrò Gesù al pensiero della sua Passione: la prima volta davanti alla tomba di Lazzaro, quando Gesù "fremette nel suo animo e si turbò". La seconda volta, alla presenza dei Greci, quando Gesù dichiarò "ora l'anima mia è turbata...Padre, salvami da quest'ora..."; e la terza volta nel cenacolo: Gesù svela chi lo tradirà. "I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo di chi parlasse". Le parole di Gesù provocano l'angoscia, diffondono la tristezza tra i discepoli. Comunque tra di loro, uno lo tradisce: lo tradisce perché non ha capito il mistero di Gesù, specialmente la sua povertà, il suo amore, la via della sua croce. Aveva sognato tutt'altro. Eppure stranamente è proprio nell'umiliazione della croce che Gesù è esaltato e il Padre è glorificato, dal momento che per questa via il mondo è redento. Giuda ha tradito, si allontana da Cristo. Piombava una notte nera nella sua anima; l'oscurità materiale era un immagine della notte spirituale che avvolgeva l'anima dell'infelice. Staccatosi da Gesù, sole che sorge dall'alto, e sole di giustizia, il traditore si tuffa nella notte. Appunto sant'Agostino dirà: <<Colui che uscì era lui stesso la notte>>. Voglia Dio che nessuno di noi abbia a piombare in quelle tenebre fino a tradire l'amore, fino a ignorare la Luce della Pasqua.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Gregorio disse: «Che la tua opera sia pura per la presenza del Signore e non per l'ostentazione».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE IL GRADO DELLA SCOMUNICA

La misura della scomunica o del castigo corporale deve essere proporzionata alla gravità della colpa; e la valutazione di questa dipende esclusivamente dal giudizio dell'abate. Se un fratello comunque si rende colpevole di colpe leggere sia privato della partecipazione alla mensa comune. Per chi viene escluso dalla mensa si usi questa norma: non canti da solo in coro né salmo né antifona né proclami le letture, finché non abbia fatto la soddisfazione; inoltre prenda il pasto da solo dopo la refezione dei fratelli; così, per esempio, se i fratelli mangiano all'ora sesta, egli mangi a nona; se i fratelli a nona, egli a vespro, finché, dopo un'adeguata soddisfazione, non abbia ottenuto il perdono.

Cap.24,1-7.