Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
03 - 09 Ottobre 2004
Tempo Ordinario XXVII, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Sabato 09 ottobre 2004

Forti in Dio.

Questa Parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica. La Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato. "Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Si cerca di eliminare l'idea del peccato giustificandosi con la psicologia, con le nostre sofferenze e con i peccati degli altri. Si entra così in un atteggiamento di pretesa nei confronti di Dio e dei fratelli. Ci si aliena talmente fino pensare che non si ha bisogno dell'aiuto di Dio. Ecco che la legge ci viene in aiuto, ci denuncia peccatori e, come un pedagogo, ci conduce a Cristo. Il demonio sa bene che se ci riconosciamo peccatori il nostro cuore si apre all'amore gratuito e cerca di non farci rientrare in noi stessi o di esasperarci con la paura al punto da tenerci lontano da Dio. Il Signore viene a noi con la sua Parola di liberazione, ci ricorda che la sua potenza ci rigenera.
"Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a Lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova".
Ma dove attingere questa forza per vivere pienamente il nostro battesimo? Cristo rivive nei nostri cuori per la fede e la fede viene alimentata con l'ascolto della Parola di Dio.
Il Vangelo ci ricorda proprio questo: alla donna che dice: "Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte", Gesù risponde: "Beati piuttosto quelli che ascoltano la Parola di Dio e la osservano!". Questa parola non è lontana "anzi è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica".
La nostra anima è stata plasmata da Dio e per Dio e alla sua voce riprende vita, forza; portiamo in noi il sigillo di Dio, il seme dell'eternità e l'abisso del nostro cuore non può che essere colmato da Dio, dal suo amore eterno!
"Tu ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te... Dov'è? Dove si assapora la verità? E' nell'intimo del cuore... Rientrate nel vostro cuore e unitevi a colui che vi ha creati. Restate con lui, e resterete saldi, riposate in lui, e avrete riposo." S.Agostino). Maria è beata non tanto perché ha portato Gesù nel suo seno e l' ho allattato, ma sopratutto perché "ha ascoltato la Parola e l' ha osservata. Ha custodito più la verità nella mente che la carne nel grembo. E' più ciò che vive nella mente che ciò che è portato nel seno. Anche le membra di Cristo divengano feconde con la verginità della mente (integrità della fede cattolica), come Maria nel suo seno generò Cristo in tal modo voi sarete madri di Cristo.
...Conducete quanti potete al lavacro del battesimo e, come voi diveniste figli quando siete nati così, conducendo altri a nascere, potrete essere madri di Cristo" (S.Agost.). Maria con la sua intercessione ci aiuti ad essere discepoli fedeli, capaci di generare Cristo.
In questo mese di ottobre dedicato alle Missioni siamo chiamati ad evangelizzare non solo mettendo la nostra vita a disposizione del Vangelo ma anche rimanendo nel nascondimento con la preghiera, offrendo la nostra sofferenza e le azioni della nostra vita ordinaria in unione all'offerta di Gesù Cristo che dà senso e rende feconda la nostra intercessione.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anziano diceva: «Non far mai nulla senza pregare e non avrai rimpianti».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I FRATELLI INFERMI

Per gli infermi ci sia un locale a parte destinato a tale scopo e un fratello infermiere pieno di timor di Dio, diligente e premuroso. L'uso dei bagni agli infermi si conceda ogni volta che è necessario; ai sani invece, specialmente ai più giovani, si permetta più di rado. Ai fratelli molto malati e ai più deboli si conceda anche di mangiare carne per rimettersi in forze; ma appena si siano ristabiliti, tutti si astengano dalle carni, come di consueto. Quindi l'abate abbia sommamente a cuore che gli infermi non siano trascurati dal cellerario o dagli assistenti; è responsabile lui di ogni mancanza dei discepoli.

Cap.36,7-10.