Nella scelta dei nostri amori siamo ordinariamente guidati come da un intimo e nascosto dosatore che ne determina l'intensità e gli obiettivi. Ci viene perciò spontaneo amare coloro che amano ed è altrettanto immediata l'esclusione di coloro che non ci amano e non ci danno il contraccambio. Ancora una volta il Signore Gesù viene a sconvolgere la nostra logica. Egli ci dice: "A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano". Egli ci propone un amore senza confini, un amore che deve sospingersi fino all'eroismo. Egli, che ci dà la suprema testimonianza dell'amore con il dono supremo della vita, ha il coraggio di dire a noi suoi seguaci, di amare i nemici, di ricambiare con il bene coloro che ci odiano, di benedire coloro che ci maledicono e addirittura di pregare per coloro che ci maltrattano. Dobbiamo dire che questo è un programma di vita cristiana che si può attuare solo ed esclusivamente con la grazia divina. È troppo difforme da nostro modo di pensare e di valutare, troppo lontano dalle nostre possibilità, troppo al disopra delle nostre forze. Il nostro mondo, dove le sfide e le competizioni sono all'ordine del giorno la remissività viene scambiata con la debolezza, il perdono con la pusillanimità, l'arrendevolezza con la codardia. Inoltre anche quando coraggiosamente riusciamo a vivere concretamente la proposta di Cristo, ci capita di sentirci momentaneamente deboli e sconfitti se non è più che viva in noi la fede nella ricompensa divina. Ci conforta l'esempio dei santi e l'eroismo di tanti fratelli che hanno testimoniato il loro amore in piena conformità al messaggio cristiano. Non ci sfugge che praticando il comandamento dell'amore, noi offriamo l'esempio migliore possibile e la nostra testimonianza diventa l'annuncio più efficace della verità della dottrina cristiana. Dobbiamo ammettere con sincera umiltà che proprio dall'incapacità di vivere in pienezza questo comandamento deriva tutta la fragilità della nostra testimonianza.
"Abba Poimen disse: 'Al cenobio sono necessarie tre attività: una è quella dell'umiltà, un'altra è quella che tende all'obbedienza e un'altra è quella che muove e pungola in vista dell'opera cenobitica".
QUANTI SALMI DEVONO DIRSI IN QUESTE ORE Per la sinassi dei Vespri si cantino quattro salmi con le antifone; 8dopo questi si dica la lettura, quindi il responsorio, l'inno, il versetto, il cantico del Vangelo, la litania, l'Orazione del Signore e si concluda. Compieta infine consista nella recita di tre salmi, di seguito, senza antifona; segua l'inno proprio di questa Ora, una lettura, il versetto, il Kyrie eleison e con la benedizione si concluda.