Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
04 - 10 Luglio 2004
Tempo Ordinario XIV, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Mercoledì 07 luglio 2004

I nomi dei dodici...

I stessi compiti che Cristo ha ricevuto dal Padre egli li trasferisce ai suoi apostoli: "diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità". Egli si paragona ad un medico che guarisce da malattie e infermità; Egli scaccia i demoni, assolve dai peccati, dona la salvezza. Egli è il redentore del mondo. Toccherà agli apostoli e ai loro successori continuare l'opera di Cristo. La loro azione riguarderà prevalentemente la sfera dello spirito, ma sappiamo che sanando l'anima anche il corpo trova un migliore benessere. Dando questo mandato Gesù caratterizza la sua chiesa come sacramento si salvezza, come missionaria, coma madre e maestra per tutta l'umanità. Un compito da compiere con la luce e la forza dello Spirito Santo, da compiere fino alla fine dei tempi. Per questo l'elenco dei dodici si dilaterà nel tempo e diventeranno migliaia e migliaia i loro successori. Il primo elenco si chiude tristemente con il nome di Giuda l'Iscariota, che poi lo tradì. Non è posta a caso questa annotazione. Anticipa la storia della chiesa che sarà solcata da una schiera di santi e di eroi, ma mai sarà priva di qualche traditore e mai mancheranno le umane debolezze. Per questo Gesù nel dare il primato a Pietro e nel prevedere persecuzioni e difficoltà di ogni genere per i suoi e per la sua chiesa li rassicura dicendo: "le porte degli inferi non prevarranno contro di essa". Siamo certi ormai che non è mai venuta meno questa consolante promessa: le porte degli inferi hanno continuamente infierito contro la chiesa e contro i suoi ministri, ma non hanno prevalso e mai prevarranno.


Apoftegmi - Detti dei Padri

E abba ha detto: Saper parlare è un dono di molti. Saper tacere una saggezza di pochi. Saper ascoltare una generosità di pochissimi.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

PROLOGO ALLA REGOLA DI SAN BENEDETTO

Ma interroghiamo con il salmista il Signore chiedendogli: «Signore, chi abiterà nella tua tenda, chi dimorerà sul tuo santo monte?» (Sal 14,1). Dopo tale domanda, fratelli, ascoltiamo il Signore che ci risponde mentre ci indica la strada per arrivare alla stessa tenda, dicendo: «Colui che cammina senza colpa e agisce con giustizia; che pronunzia la verità nel suo cuore, che non dice calunnia con la lingua; che non fa danno al suo prossimo, che non lancia insulto al suo vicino (Sal 14,2-3); colui che, respingendo dagli occhi del proprio cuore, insieme con le sue suggestioni il maligno diavolo che lo tentava, lo riduce al nulla (Sal 14,4 Volg.) e i suggerimenti di lui, appena nati, li afferra e li spezza contro Cristo; coloro che, pieni del timore del Signore (Sal 14,4 Volg.), non si insuperbiscono per la loro buona osservanza, ma, convinti che le loro buone azioni non provengono da se stessi quanto piuttosto da Dio, glorificano il Signore che opera in loro, dicendogli col profeta: «Non a noi, Signore, non a noi ma al tuo nome da' gloria» (Sal 113B,1). Così pure l'apostolo Paolo non si attribuiva alcun merito della sua predicazione, affermando: «Per grazia di Dio sono quello che sono» (1 Cor 15,10); e ancora: «Chi si vanta, si vanti nel Signore» (2 Cor 10,17). Per questo anche il Signore proclama nell'Evangelo: «Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia: strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa ed essa non cadde perché era fondata sopra la roccia» (Mt 7,24-25).

Prol.23-34.