Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
07 - 13 Dicembre 2003
Tempo di Avvento II, Colore viola
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Lunedì 08 dicembre 2003

Solennità dell'Immacolata concezione di Maria Santissima.

Prima che la chiesa dichiarasse dogma di fede l'immacolata concezione della Vergine, è la stessa Maria a indurci a pensarlo e a crederlo: alle parole e all'annuncio dell'Angelo lei non si esalta, ma ritiene addirittura che sia impossibile che quanto le viene detto si possa compiere in lei: "come è possibile?"; quando poi il messo divino la rassicura sul modo con cui la sua maternità verrà a compiersi, lei "l'umile ancella del Signore", dichiara la sua completa disponibilità: "si compia in me secondo la tua parola". Quella docilità, quella umiltà e quella disponibilità piena e incondizionata l'accompagnerà per tutta la sua esistenza, fino al suo glorioso transito. Nulla, assolutamente nulla, nella vita di Maria fa trapelare anche la più benché minima traccia di quelle così evidenti debolezze, derivanti dal peccato originale che inquinano invece frequentemente la nostra vita. Ci convince ancora che la nostra Madre celeste sia stata concepita senza peccato, il fatto che lei dovrà accogliere nel suo seno verginale il Figlio di Dio, il quale, prende sì, la nostra natura umana, ma non può essere minimamente inquinato da traccia alcuna di peccato; la persona di Maria dovrà quindi essere il tabernacolo purissimo che accoglie il Verbo incarnato. E ancora è lo stesso Gesù morente sulla croce a dichiarare l'universale maternità di Maria, quando rivolgendosi all'Apostolo Giovanni, dice: "Figlio, ecco tua Madre". È evidente e logico il nesso: la Madre senza peccato, solo lei, l'Immacolata, diventa la Madre di tutti i redenti. È lei quindi la nuova Eva, su di Lei il Signore Dio rivolge le sue compiacenze, per mezzo di lei può far sentire ancora a tutta l'umanità l'immensità del suo amore misericordioso. Lei infine è la preredenta, che ci addita la meta e ci rigenera come figli nella primitiva purezza.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Il padre Poemen disse a chi voleva vivere santamente: "Non misurare te stesso, aderisci piuttosto a chi sa vivere bene".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'ORDINE DELLA COMUNITÀ

I più giovani pertanto rispettino i più anziani; gli anziani amino i più giovani. Nello stesso modo di chiamarsi nessuno si permetta di rivolgersi all'altro col semplice nome, ma i più anziani chiamino i più giovani con l'appellativo di «fratelli» e i più giovani chiamino gli anziani «nonni», che significa «reverendo padre». L'abate poi, giacché sappiamo per fede che tiene le veci di Cristo, sia chiamato «signore» e «abate», non per sua pretesa ma per onore e amore di Cristo. Ma egli rifletta sulla sua dignità e si dimostri degno di tale onore.

Cap.63,10-14.