È la solennità del nostro fondatore da non confondere con il Santo Papa omonimo del 31 Dicembre. La chiesa universale si limita a farne solo la memoria. Per noi è la festa grande, è la festa del "Padre" e fondatore del nostro Ordine. La vita del nostro santo può essere ben definita e sintetizzata in un continuo e docile ascolto della Parola di Dio, delle divine ispirazioni e l'umile e fervente adesione ad esse. Possiamo dire che il primo ascolto lo ha prestato alla buona mamma Bianca, dalla quale ha appreso gli elementi essenziali della vita cristiana; fra le braccia materne ha imparato a dare il primato a Dio e mettere in second'ordine le cose del mondo. Questa convinzione riemergerà tante volte nella sua vita e sarà il motivo conduttore delle sua scelte. Inviato a Bologna per diventare un giurista si accorge che lo studio della legge "non lo accendono per le cose di Dio" come ci dice il suo primo biografo - e allora subito la determinazione di lasciare quegli studi per passare a quello della teologia a Padova. Incorre così nelle ire del padre, che vede deluse le sue aspettative e i sogni di grandezza umana che aveva vagheggiato per il figlio. Silvestro riafferma il primato assoluto di Dio nella sua vita e resiste per diversi anni alle sollecitazioni e minacce paterne. Finalmente libero di seguire la propria vocazione, diventa canonico della cattedrale di Osimo, sua città nativa; è stimato ed apprezzato da tutti per la sua scienza e la sua santità, egli però, sempre attento alla voce di Dio, sente di dover assecondare ancora una volta la sua chiamata. Lascia tutto e tutti e si cala nella completa solitudine come eremita in una grotta negli aspri anfratti della Gola della Rossa, non distante dalle famose grotte di Frasassi. Anche l'esperienza eremitica durerà poco per Silvestro. Scoperto da alcuni cacciatori, inizia un vero e proprio pellegrinaggio verso la grotta del santo e alcuni desiderano imitarlo in quella scelta così radicale e porsi sotto la sua guida spirituale.
Si ritrova così prima a dover essere padre e guida di altri e poi a dover fondare un nuovo Ordine,. ispirato alla Regola benedettina, ma con un certo influsso francescano, che nella vicina Umbria muoveva con il poverello di Assisi i primi passi. Attento ascoltatore quindi il nostro Santo, ma anche ben alimentato dalla grazia divina: il segreto della sua santità e del suo eroismo è raffigurato nella immagine più classica che possediamo di lui: il santo riceve la santa Eucaristia per le mani della Vergine Madre, fatto unico nella storia dei santi. Molti fedeli lo invocano, alcuni hanno sperimentato una speciale efficacia del nostro santo per essere liberati da fastidiose e persistenti nevralgie.
Il Padre Daniele disse: "Quanto più fiorisce il corpo, tanto più si estenua l'anima, e quanto più si estenua il corpo tanto più fiorisce l'anima".
NORME PER L'ACCETTAZIONE DEI FRATELLI Se possiede delle sostanze, o le distribuisca prima ai poveri, oppure le ceda al monastero con un atto pubblico di donazione, senza riservare per sé nulla di tutti i suoi beni, poiché sa che da quel giorno egli non potrà disporre nemmeno del proprio corpo. Subito dopo sia svestito dei propri abiti e rivestito con quelli del monastero. Tuttavia gli indumenti di cui è stato spogliato siano conservati nel guardaroba, perché se un domani, cedendo alle istigazioni del diavolo, egli dovesse - non sia mai! - uscire dal monastero, allora venga svestito degli abiti del monastero e mandato via. Però la sua carta di professione, che l'abate prese dall'altare, non gli si restituisca ma si conservi nel monastero.