L'uomo, in genere, è bravo a riconoscere le realtà terrene; soprattutto quando da questa sua capacità di previsione dipendono le sua attività lavorative. Egli si industria e si applica concretamente; mette a buon frutto tutti i doni che Dio gli ha fornito. I risultati sono spesso soddisfacenti ed anche necessari perché l'uomo possa progredire e trovare, nella natura che lo circonda, tutto ciò che gli serve per la sua vita materiale. In questo, però si può nascondere un orgoglioso tentativo di prevaricazione sulla natura stessa. La sapienza umana non può essere disgiunta dai piani divini e a questa duplice realtà ci invita Gesù nel brano del Vangelo odierno. Ci chiede, infatti, provocatoriamente come mai l'uomo è tanto abile nel cercare i beni materiali quanto disattento per quelli spirituali? Dio ci ha fornito di doni materiali e spirituali ma perché, poi, noi siamo interessati solo alla parte materiale della nostra vita? Questa impostazione restrittiva della realtà ci impedisce non solo di raggiungere le nostre mete spirituali, alle quali siamo chiamati, ma anche ci fa leggere e comprendere in modo assolutamente limitato la realtà materiale che ci circonda. Gesù ci invita ad allargare il nostro sguardo e a non avere prospettive limitate; questo difetto ci può cogliere anche nella vita spirituale e perciò leggiamo sempre l'esortazione di Giovanni Paolo II di «duc in altum», di prendere il largo dalla costa per veleggiare verso altre mete ed altri porti. E', quanto ci chiede anche il Concilio Vaticano secondo quando ci invita a leggere i «segni dei tempi» per riconoscere l'opera di Dio che si concretizza nella nostra storia.
Un guerriero dal passato piuttosto torbido chiese ad un anacoreta se pensava che Dio avrebbe mai potuto accogliere il suo pentimento. E l'eremita, esortato che l'ebbe con molti discorsi, gli domandò: «Dimmi, ti prego, se la tua camicia è lacerata, la butti via?...» «No», rispose l'altro: «la ricucio e torno ad indossarla.» «Dunque», soggiunge il monaco, «se tu hai riguardo al tuo vestito di panno, vuoi che Dio non abbia misericordia per la sua immagine?»
QUELLI CHE GIUNGONO TARDI ALL'UFFICIO DIVINO O ALLA MENSA E nessuno ardisca prendere alcunché di cibo o di bevanda prima o dopo l'ora stabilita. Se però il superiore offre qualcosa a un fratello e questi la rifiuta, quando poi desidera ciò che prima ha rifiutato o altro, non riceva assolutamente nulla, finché non si sia sufficientemente emendato.