"Il tuo volto cerchiamo, Signore: colmaci di gioia". Il ritornello del salmo responsoriale potrebbe essere inteso come la supplica che il popolo d'Israele, benché in una situazione favorevole in Egitto, rivolge a Dio nell'anelito per il ritorno in patria. La lettura di Genesi si conclude con un messaggio di speranza. Infatti, le ultime parole di Giuseppe indicano il favore di Dio verso il popolo che si è scelto e la fiducia di questo in una futura riconquista della terra. Il Vangelo espone il trattamento che sarà riservato ai discepoli, non dissimile da quello destinato al maestro. Se la missione è ardua e richiede coraggio e franchezza (parrhesía), tuttavia la fede guida i passi del credente nella certezza che la testimonianza in parole ed opere è già pegno di salvezza. Il desiderio del ritorno in patria e la ricerca di Dio che si fa annuncio sono le due facce di una stessa medaglia. Come dice Santa Teresa di Gesù: "Il tuo volto è per me la sola patria".
Si sa che se qualcuno prende in mano dell'olio per ungere un infermo prima ne gode lui stesso. La stessa cosa con avviene nella preghiera di intercessione.
VARIE SPECIE DI MONACI E LORO VITA La terza specie di monaci, detestabile sotto ogni punto di vista, è quella dei sarabaiti; i quali, non provati da alcuna regola né educati dall'esperienza come oro nella fornace, ma resi molli come piombo, mentre con le loro opere restano fedeli al mondo, mostrano con la tonsura di mentire a Dio. Essi, a due a due, a tre a tre, o anche da soli, senza pastore, chiusi non negli ovili del Signore ma nei propri, hanno per legge l'appagamento dei loro desideri; poiché tutto ciò che pensano o scelgono lo dichiarano santo, e ciò che non vogliono lo ritengono illecito.