Santa Francesca Romana, sposatasi per obbedienza a Lorenzo de'Ponziani, comandante delle truppe pontificie dell'Urbe, Francesca, nata da una famiglia aristocratica romana nel 1384, fu per quarant'anni madre e moglie esemplare. La sua vita fu funestata dalla perdita di due dei suoi figli e dalle vicissitudini di un'epoca politicamente tormentata. Ciò nonostante dedicava il suo tempo alla preghiera e all'assistenza dei poveri, divenendo conosciuta tra il popolino col nome di "Ceccolella".
Istituì in S. Maria Nova al Foro Romano, il 15 agosto 1425, le Oblate della Congregazione benedettina di Monte Oliveto e il 9 marzo 1440 fu qui sepolta. Con la canonizzazione, avvenuta il 29 maggio del 1608, la chiesa venne a lei intitolata. L'invenzione del suo corpo si deve a Mario Gabrielli, che, a proprie spese, fece ricerche nella chiesa e il 2 aprile del 1638 i suoi sforzi vennero premiati. Terminati i lavori della nuova sepoltura, 9 marzo 1649, le fu tolta una spalla per essere mandata a S. Martino vicino Viterbo. La tomba, depredata nell'epoca napoleonica, fu risarcita nel 1869; la santa riposa nell'urna di cristallo, posta sopra l'altare della confessione. Dal febbraio del 1866 al giugno del 1869, per lavori nella chiesa, la salma venne traslata per la seconda volta al Monastero di Tor de Specchi, la prima era avvenuta dal 17 settembre 1800 al 7 maggio del 1801. Nel 1925 Pio XI la designò patrona degli automobilisti.
Santa Francesca, religiosa, che, sposata in giovane età e vissuta per quarant'anni nel matrimonio, fu moglie e madre di specchiata virtù, ammirevole per pietà, umiltà e pazienza. In tempi di difficoltà, distribuì i suoi beni ai poveri, servì i malati e, alla morte del marito, si ritirò tra le oblate che ella stessa aveva riunito a Roma sotto la regola di san Benedetto.
Francesca Bussa (Roma, 1384 - 9 marzo 1440), benché forzata al matrimonio, fu sposa e madre esemplare. Sorretta da intima unione con Dio, praticò instancabile la carità, accogliendo nella sua casa poveri e malati. Fondò in Roma le Oblate di Tor de’ Specchi, alle quali si unì dopo la morte del marito.
Dal Comune dei santi: per le sante o per i religiosi.
O Dio, che in santa Francesca [Romana] ci hai dato un singolare modello di vita coniugale e monastica, fa’ che siamo perseveranti nel tuo servizio, perché possiamo riconoscerti e seguirti in tutte le circostanze della vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.