La vita di questo santo si inserisce in un momento travagliato della storia della chiesa, nel IV secolo dove la ricerca della verità di fede si confondeva in sottili differenze terminologiche. La sua ortodossia oggi non è in discussione e garantita dalla sua qualifica di dottore della fede. Dovette combattere, come vescovo di Gerusalemme in un periodo dove gli imperatori erano di fede ariana e questo gli costava tre esili. La sua fedeltà al credo proclamato nel concilio di Nicea, del 325, gli procurò numerose sofferenze soprattutto quando si accorse che l'errore ariano cominciava anche a negare la divinità dello Spirito Santo, proclamata dal concilio di Costantinopoli del 381-382 al quale partecipò anche San Cirillo. Egli dà prova di piena ortodossia nel campo trinitario e cristologico e anticipa la proclamazione della maternità divina di Maria, poi affermata nel concilio di Efeso del 431. Le oscillazioni di San Cirillo riguardano più la sua comunione ecclesiastica che la professione di fede. Le sue maggiori qualità non erano sul piano dottrinale ma pastorale, affermate anche dalla preziosa testimonianza di San Basilio. Ci ha lasciato nelle sue "Catechesi battesimali" un mirabile libro di spiritualità, basata sulla Bibbia che ne fanno uno dei fondatori della catechesi.
San Cirillo, vescovo di Gerusalemme e dottore della Chiesa, che, dopo aver sofferto molti oltraggi dagli ariani a causa della fede ed essere stato più volte scacciato dalla sua sede, spiegò mirabilmente ai fedeli la retta dottrina, le Scritture e i sacri misteri con omelie e catechesi.
Dalle «Catechesi» di san Cirillo di Gerusalemme, vescovo
Preparate la vostra anima a ricevere lo Spirito Santo
«Gioiscano i cieli, esulti la terra» (Sal 95, 11) per coloro che devono essere aspersi con l'issopò e anzi purificati da un issòpo spirituale, per virtù di colui che durante la passione fu abbeverato d'issòpo per mezzo d'una canna. Gioiscano anche le virtù celesti; si preparino le anime che si devono unire allo Sposo spirituale. Risuona infatti la voce di uno che grida nel deserto: «Preparate la via del Signore» (Mt 3, 3).
Assecondate quindi, o figli della giustizia, Giovanni che esorta e dice: Raddrizzate i sentieri del Signore (cfr. Lc 3, 4). Togliete tutti gli impedimenti ed ostacoli per giungere agevolmente alla vita eterna. Mediante una fede genuina preparate la vostra anima ad accogliere lo Spirito Santo. Cominciate a lavare le vostre vesti con la penitenza per essere trovati puri quando sarete chiamati alle nozze dello Sposo.
Lo Sposo infatti invita tutti, perché generosa e ampia è la grazia e tutti sono radunati dalla voce dei predicatori. Egli poi sceglierà coloro che saranno ammessi alle nozze, figura del battesimo.
Non avvenga ora che qualcuno di coloro che hanno dato i loro nomi debba udire: Amico, come sei entrato qui senza la veste nuziale? (cfr. Mt 22, 12).
Dio voglia invece che tutti possiate udire: «Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darà autorità sul molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone» (Mt 25, 21. 23).
Finora infatti siete rimasti fuori della porta, ma vi sia dato di poter dire: Il re mi ha introdotto nella sua stanza. Esulti l'anima mia nel Signore; mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia, come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli (cfr. Is 61, 10).
L'anima di voi tutti sia trovata senza macchia o ruga o alcunché del genere, non dico prima di aver ricevuta la grazia (come sarebbe infatti possibile, dato che siete chiamati alla remissione dei peccati?), ma quando vi sarà data la grazia, la coscienza concorra alla sua efficacia, non portando in sé motivo di condanna.
E' certo una cosa grande, fratelli: accostatevi ad essa con molta cautela. Ognuno di voi comparirà davanti a Dio, alla presenza di molte miriadi di angeli. Lo Spirito Santo porrà il suo sigillo sulle vostre anime, sarete scelti per militare al servizio del gran re.
Perciò preparatevi e siate pronti, non tanto con l'abbigliamento di bianche vesti, quanto con l'interiore ricchezza dell'amore e della piena consapevolezza.(Catech. 3, 1-3; PG 33, 426-430)