Questa memoria liturgica, estesa da Pio XII a tutta la Chiesa latina, è legata a una devozione sorta in epoca relativamente recente, in parallelo con quella al Cuore di Gesù. Essa attinge al linguaggio biblico, che nel cuore riconosce l'interiorità più profonda della persona. Ed è con cuore indiviso che Maria, umile serva del Signore (Lc 1, 38; cf. Lc 1, 48), custodisce la parola e l'azione di Dio (Lc 2, 19.51).
Memoria del Cuore Immacolato della beata Vergine Maria: serbando nel proprio cuore la memoria dei misteri di salvezza compiuti nel suo Figlio, ne ha atteso con fiducia il compimento in Cristo.
Dai «Sermoni» di san Lorenzo Giustiniani, vescovo
Maria serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore
Maria meditava nel suo cuore tutto ciò che assimilava con la lettura, la vista, l'udito, e che crescita grande realizzava nella fede, che acquisto faceva in meriti, di quanta saggezza veniva illuminata e di quale incendio di carità andava sempre più avvampando! Schiudeva verso di sé la porta dei misteri celesti e si colmava di gioia, si arricchiva copiosamente del dono dello Spirito, orientandosi verso Dio, e nel medesimo tempo si conservava nella sua profonda umiltà. L'opera del dono divino ha questo di caretteristico, che eleva dagli abissi al vertice e porta di gloria in gloria.
Beato il cuore della Vergine Maria che, avendo in sé lo Spirito e godendo del suo insegnamento, rimaneva docile alla volontà del Verbo di Dio! Maria non era mossa da un suo sentimento o da proprie voglie, ma seguiva esternamente le vie della fede che la sapienza le suggeriva interiormente. E veramente si addiceva a quella Sapienza divina, che si costruisce a propria abitazione la casa della Chiesa, di servirsi di Maria santissima per inculcare l'osservanza della legge, la norma dell'unità e l'esigenza dell'offerta spirituale.
O anima fedele, imita la Vergine Maria. Entra nel tempio del tuo cuore per essere spiritualmente rinnovata ed ottenere il perdono dei tuoi peccati. Ricordati che Dio ricerca piuttosto l'intenzione, con la quale compiamo le nostre azioni, che l'opera medesima che noi facciamo. Perciò sia che ci rivolgiamo con l'anima a Dio mediante la contemplazione e ci dedichiamo a lui, sia che attendiamo al progresso delle virtù e ci occupiamo assiduamente in opere buone a servizio del prossimo, tutto facciamo in modo da sentirci sempre spinti dalla carità. Ripetiamo, infatti, che l'offerta spirituale che purifica noi e sale gradita a Dio, non é tanto l'opera delle nostre mani in se stessa, quanto il sacrificio spirituale che si immola nel tempio del cuore, ravvivato dalla presenza e dal compiacimento di Cristo Signor nostro. (Sermone 8, nella festa della Purificazione della B.V. Maria: Opera, 2, Venezia 1751, 38-39).
Nato a Nisibi, attuale Nizip in Turchia, (c.306), diacono della Chiesa siriaca e creatore di nuovi inni liturgici, ebbe tanta fama nell'Oriente cristiano che fu chiamato cantore di Cristo e della Vergine. Attinse dall'esperienza mistica la sua straordinaria sensibilità di scrittore e di poeta. Fu anche chiamato "cetra dello Spirito Santo". Secondo il "Chronicon Edessenum" (540) morì a Edessa, Siria (attualmente Turchia), il 9 giugno 373. Il Martirologio Romano lo presenta così: "Ad Edessa, in Mesopotamia, sant'Efrem, diacono edesseno e confessore, il quale, dopo molte fatiche sostenute per la fede di Cristo, illustre per dottrina e santità, sotto l'Imperatore Valente, si riposò in Dio, e dal Papa Benedetto decimoquinto fu proclamato Dottore della Chiesa universale.
Sant'Efrem, diacono e dottore della Chiesa, che dapprima in patria a Nibisi esrcitò il ministero della predicazione e dell'insegnamento della sacra dottrina, poi, rifugiatosi ad Edessa nell'Osroene con i suoi discepoli dopo l'invasione di Nisibi da parte dei Persiani, pose le fondamenta di una scuola teologica. Esercitò il suo ministero con la parola e con gli scritti e rifulse a tal punto per austerità di vita e dottrina da meritare per l'eleganza degli inni da lui composti l'appellativo di cetra dello Spirito Santo.
Dai «Discorsi» di sant'Efrem, diacono
Fà risplendere, o Signore, il giorno luminoso della tua scienza e scaccia la notte tenebrosa dalla nostra mente, perché sia illuminata e ti serva nella novità della purezza. Il sorgere del sole segna l'inizio dell'attività dei mortali. Fà, o Signore, che perduri nelle nostre menti il giorno che non conosce la fine. Donaci di vedere in noi stessi la vita della risurrezione e fa' che nulla distolga il nostro spirito dalle tue gioie. Imprimi in noi, o Signore, il segno di questo giorno che non trae inizio dal sole, infondendoci una costante ricerca di te.
Ogni giorno noi ti accogliamo nei tuoi sacramenti e ti riceviamo nel nostro cuore. Facci degni di sperimentare nella nostra persona la risurrezione che speriamo. Con la grazia del battesimo abbiamo nascosto nel nostro essere il tuo tesoro, quel tesoro che si accresce alla mensa dei tuoi sacramenti. Concedici di gioire della tua grazia. Noi possediamo in noi stessi il tuo memoriale che attingiamo alla tua mensa spirituale. Fa' che lo realizziamo pienamente nella rinascita eterna.
Quella bellezza spirituale, che la tua immortale volontà suscita anche nella condizione umana, ci faccia comprendere quanto sia grande la nostra dignità.
La tua crocifissione, o nostro Salvatore, pose fine alla vita del corpo. Concedici di crocifiggere spiritualmente la nostra anima. La tua risurrezione, o Gesù, faccia crescere in noi l'uomo spirituale. Il contatto con i tuoi misteri sia per noi come uno specchio che ce lo faccia conoscere.
Nel tuo piano divino, o nostro Salvatore, é configurato tutto il mondo della nostra salvezza. Concedici di seguirlo come uomini spirituali. Non privare, o Signore, la nostra mente della tua rivelazione divina e non togliere alle nostre membra il calore della tua comprensione. La natura mortale del nostro corpo ci conduce alla morte. Riversa su di noi il tuo amore divino, che cancelli dal nostro cuore gli effetti della mortalità. Concedici, o Signore, di affrettarci verso la nostra patria celeste e, come Mosé sul Sinai, fa' che la possediamo per mezzo della tua rivelazione.