Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
08 - 14 Febbraio 2009
Tempo Ordinario V, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 1

I Santi del giorno

Martedì 10 febbraio 2009

Santa Scolastica

Vergine (Memoria silvestrina)

BIOGRAFIA

Santa Scolastica

Santa Scolastica nata a Norcia verso il 480 e morta a Piumarola nel 547, fu sorella di San Benedetto. Della sua vita si conoscono solo le poche vicende tramandate ne "Il Libro dei Dialoghi" di san Gregorio Magno. Di certo si sa che almeno alcuni anni prima della morte dimorava nei pressi di Montecassino.
La consanguineità con san Benedetto e la forza spirituale della sua figura hanno fatto di lei un'immagine molto venerata, sin dalle origini, dalla grande famiglia del legislatore cassinese. Molti monasteri furono dedicati al suo nome: lo stesso cenobio di Subiaco le fu consacrato. Santa Scolastica è invocata dalla tradizione popolare per difendersi dai fulmini e per ottenere la pioggia.

MARTIROLOGIO

Memoria della deposizione di santa Scolastica, vergine, che, sorella di san Benedetto, consacrata a Dio fin dall'infanzia, ebbe insieme con il fratello una tale comunione in Dio, da trascorrere una volta all'anno a Montecassino nel Lazio un giorno intero nelle lodi di Dio e in sacra conversazione.

DAGLI SCRITTI...

La tomba della santa

Dai «Dialoghi» di san Gregorio Magno, papa
Poté di più colei che più amò

Scolastica, sorella di san Benedetto, consacratasi a Dio fin dall'infanzia, era solita recarsi dal fratello una volta all'anno. L'uomo di Dio andava incontro a lei, non molto fuori della porta, in un possedimento del monastero.
Un giorno vi si recò secondo il solito, e il venerabile suo fratello le scese incontro con alcuni suoi discepoli. Trascorsero tutto il giorno nelle lodi di Dio e in santa conversazione. Sull'imbrunire presero insieme il cibo.
Si trattennero ancora a tavola e, col protrarsi dei santi colloqui, si era giunti a un'ora piuttosto avanzata. La pia sorella perciò lo supplicò, dicendo: «Ti prego, non mi lasciare per questa notte, ma parliamo fino al mattino delle gioie della vita celeste». Egli le rispose: «Che cosa dici mai, sorella? Non posso assolutamente pernottare fuori del monastero».
Scolastica, udito il diniego del fratello, poggiò le mani con le dita intrecciate sulla tavola e piegò la testa sulle mani per pregare il Signore onnipotente. Quando levò il capo dalla mensa, scoppiò un tale uragano con lampi e tuoni e rovescio di pioggia, che né il venerabile Benedetto, né i monaci che l'accompagnavano, poterono metter piede fuori dalla soglia dell'abitazione, dove stavano seduti.
Allora l'uomo di Dio molto rammarico cominciò a lamentarsi e a dire: «Dio onnipotente ti perdoni, sorella, che cosa hai fatto?». Ma ella gli rispose: «Ecco, ho pregato te, e tu non hai voluto ascoltarmi; ho pregato il mio Dio e mi ha esaudita. Ora esci pure, se puoi; lasciarmi e torna al monastero».
Ed egli che non voleva restare li spontaneamente, fu costretto a rimanervi per forza.
Così trascorsero tutta la notte vegliando e si saziarono di sacri colloqui raccontandosi l'un l'altro le esperienze della vita spirituale.
Non fa meraviglia che Scolastica abbia avuto più potere del fratello. Siccome, secondo la parola di Giovanni, «Dio è amore», fu molto giusto che potesse di più colei che più amò.
Ed ecco che tre giorni dopo, mentre l'uomo di Dio stava nella cella e guardava al cielo, vide l'anima di sua sorella, uscita dal corpo, penetrare nella sublimità dei cieli sotto forma di colomba. Allora, pieno di gioia per una così grande gloria toccatale, ringraziò Dio con inni e lodi, e mandò i suoi monaci perché portassero il corpo di lei al monastero, e lo deponessero nel sepolcro che aveva preparato per sé.
Così neppure la tomba separò i corpi di coloro che erano stati uniti in Dio, come un'anima sola.



Nota dal messale

Scolastica (Norcia, Perugia, 480 ca. - Montecassino, Frosinone, 547 ca.) viene indicata dalla tradizione come sorella di san Benedetto. I Dialoghi di Gregorio Magno la descrivono come vergine amante della contemplazione, sapiente nell’anteporre la carità a ogni regola umana. È ricordata il 10 febbraio nel Calendario marmoreo di Napoli (sec. IX) e nel Martirologio di Usuardo (870 ca.).

Dal Comune delle vergini: per una vergine, pp. 741-743, o dal Comune dei santi: per una monaca

Colletta MRv3

Nella memoria della santa vergine Scolastica, ti preghiamo, o Padre: dona anche a noi, sul suo esempio, di amarti e servirti con cuore puro e di gustare la dolcezza del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.