Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
10 - 16 Settembre 2006
Tempo Ordinario XXIII, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 3

I Santi del giorno

Venerdì 15 settembre 2006

Beata Vergine Maria Addolorata

(Memoria obbligatoria)

BIOGRAFIA

La memoria della Vergine Addolorata ci chiama a rivivere il momento decisivo della storia della salvezza e a venerare la Madre associata alla passione del Figlio e vicina a lui innalzato sulla croce (Gv 19, 25- 27; Paolo VI, "Marialis cultus",7). La sua maternità assume sul Calvario dimensioni universali (Paolo VI, ibidem, 37). Questa memoria di origine devozionale fu introdotta nel calendario romano dal papa Pio VII (1814).

MARTIROLOGIO

Memoria della beata Maria Vergine Addolorata, che, ai piedi della croce di Gesù, fu associata intimamente e fedelmente alla passione salvifica del Figlio e si presentò come la nuova Eva, perché, come la disobbedienza della prima donna portò alla morte, così la sua mirabile obbedienza porti alla vita.

DAGLI SCRITTI...

Dai "Discorsi" di San Bernardo, abate.
La Madre di Gesù stava presso la croce.
Il martirio della Vergine viene celebrato tanto nella profezia di Simeone, quanto nella storia stessa della passione del Signore. Egli é posto, dice del bambino Gesù il santo vegliardo, quale segno di contraddizione, e una spada, dice poi rivolgendosi a Maria, trapasserà la tua stessa anima (cfr. Lc 2, 34-35). Una spada ha trapassato veramente la tua anima, o santa Madre nostra! Del resto non avrebbe raggiunto la carne del Filgio se non passando per l'anima della Madre. Certamente dopo che il tuo Gesù, che era di tutti, ma specialmente tuo, era ispirato, la lancia crudele, non poté arrivare alla sua anima. Quando, infatti, non rispettando neppure la sua morte, gli aprì il costato, ormai non poteva più recare alcun danno al Filgio tuo.
Ma a te sì. A te trapassò l'anima. L'anima di lui non era più là, ma la tua non se ne poteva assolutamente staccare. Perciò la forza del dolore trapassò la tua anima, e così non senza ragione ti possiamo chiamare più che martire, perché in te la partecipazione alla passione del Figlio, supererò di molto, nell'intensità, le sofferenze fisiche del martirio. Non fu forse per te più che una spada quella parola che davvero trapassò l'anima ed arrivò fino a dividere anima e spirito? Ti fu detto infatti: «Donna, ecco il tuo figlio» (Gv 19, 26). Quale scambio! Ti viene dato Giovanni al posto di Gesù, il servo al posto del Signore, il discepolo al posto del maestro, il figlio di Zebedeo al posto del Filgio di Dio, un semplice uomo al posto del Dio vero. Come l'ascolto di queste parole non avrebbe trapassato la tua anima tanto sensibile, quando il solo ricordo riesce a spezzare anche i nostri cuori, che pure sono di pietra e di ferro? Non meravigliatevi, o fratelli, quando si dice che Maria é stata martire nello spirito. Si meravigli piuttosto colui che non ricorda d'aver sentito Paolo includere tra le più grandi colpe dei pagani che essi furono privi di affetto. Questa colpa é stata ben lontana dal cuore di Maria, e sia ben lontana anche da quello dei suoi umili devoti.
Qualcuno potrebbe forse obiettare: Ma non sapeva essa in antecedenza che Gesù sarebbe morto? Certo. Non era forse certa che sarebbe ben presto risorto? Senza dubbio e con la più ferma fiducia. E nonostante ciò soffrì quando fu crocifisso? Sicuramente e in modo veramente terribile. Del resto chi sei mai tu, fratello, e quale strano genere di sapienza é il tuo, se ti meravigli della solidarietà nel dolore della Madre col Filgio, più che del dolore del Flgio stesso di Maria? Egli ha potuto morire anche nel corpo, e questa non ha potuto morire con lui nel suo cuore? Nel Figlio operò l'amore superiore a ogni altro amore. Nella Madre operò l'amore, al quale dopo quello di Cristo nessuno altro amore si può paragonare. (Disc. nella domenica fra l'ottava dell'Assunzione 14-15; Opera omnia, ed. Cisterc. 5 [1968] 273-274).



Sequenza Liturgica di Stabat Mater (prima dell'Alleluia)

Stava Madre dolorosa a la croce lagrimosa, dov'era il suo Figlio;
la cui anima piangente, abattuta e dolente trapassò il gladio.
O quanto trista e afflitta fue quella beneditta Madre de l'Unigenito.
che piangeva e doleva e tremava, ché vedeva le pene al Figliuol inclito!
Qual è l'uom che non piagnesse se questa Madre vedesse nel tormento asprissimo?
Chi non si può contristare, pia Madre, contemplare il tuo dolor grandissimo?
Pe' peccati di sue genti Iesù vide ne' tormenti e ne' flagelli suddito
Vide il suo dolce nato morïente desolato quando amise il spirito
E però, fonte d'amore, fa ch'io senta il tuo dolore, fammi teco piagnere;
fa ch'egli arda il cor mio in amare Cristo Dio e 'l suo compiacer cogliere.
Santa Madre, fammi questo: le suo piaghe io abbia presto al cor si ch'elle vagliano;
del tuo nato traforato, al morir per me degnato, le pene in me compartano.
Fammi sempre piagner teco, al Crocifisso doler meco, mentre ch'io viverò;
a la Croce teco stare volentieri acompagnare pianto con desiderio.
Virgo de le vergine preclara, a me non esser avara, fammi teco piagnere.
Fa ch'io porti in Cristo morte de al sua passion la sorte e le piaghe raccogliere;
da le piaghe essere piagato, da la Croce inebriato, ne l'amor del Filio.
Infiamato ed acceso, per te, Madre, io sia diffeso nel dì del iudicio.
Fa che la Croce mi guardi e la passion raguardi a ciò ch'io trovi grazia.
Quando il corpo serà morto, fa che l'anima abbia porto di Paradiso e gloria.

Nota dal messale

La devozione all’Addolorata ebbe grande sviluppo negli ultimi secoli del Medioevo, esprimendosi sia nella poesia religiosa (Stabat Mater), sia nella raffigurazione della Pietà. La memoria liturgica fu introdotta da Pio VII nel 1814, anche in riferimento ai travagli subiti dalla Chiesa in quegli anni. Mediante l’intima unione al Figlio, la maternità di Maria si estende a tutta l’umanità redenta da Cristo sulla croce (cf. Gv 19, 25-27).


E sotto la Croce stavano...