Nacque agli inizi del secolo IV a Poitiers, in seno al paganesimo, da una delle più illustri famiglie di Francia. Fu uno dei grandi campioni della fede cattolica nella difesa della divinità di Cristo. Eletto vescovo verso il 350 combatté coraggiosamente contro gli Ariani. Per ordine dell'imperatrice Costanza, venne mandato in esilio, in Frigia. Scrisse opere piene di sapienza e di dottrina in difesa della fede cattolica e opere di esegesi biblica. Egli ambiva il titolo di discepolo della verità e non ebbe altro fine che di far conoscere il nome di Dio, ed infuocare tutti i cuori della sacra fiamma del suo amore. Il Signore lo chiamò al premio dei giusti nell'anno 367.
Sant'Ilario, vescovo e dottore della Chiesa: elevato alla sede di Poitiers in Aquitania, in Francia, sotto l'imperatore Costanzo seguace dell'eresia ariana, difese strenuamente con i suoi scritti la fede nicena sulla Trinità e sulla divinità di Cristo e fu per questo relegato per quattro anni in Frigia; compose anche celeberrimi Commenti ai Salmi e al Vangelo di Matteo.
Dal " Trattato sulla Trinità" di sant'Ilario, vescovo.
Io sono consapevole che tu, o Dio Padre onnipotente, devi essere il fine principale della mia vita, in maniera che ogni mia parola, ogni mio sentimento, esprima te. L'esercizio della parola, di cui mi hai fatto dono, non può avere ricompensa più ambita che quella di servirti fecendoti conoscere, di mostrare a questo mondo che ti ignora, o all'eretico che ti nega, che tu sei Padre, Padre cioé dell'Unigenito Dio. Questo solo é il fine che mi propongo. Per il resto bisogna invocare il dono del tuo aiuto e della tua misericordia, perché tu col soffio del tuo Spirito possa gonfiare le vele della nostra fede e della nostra lode e guidarci sulla rotta della proclamazione intrapresa. Non viene meno infatti alla sua parola colui che ci ha fatto questa promessa: "Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto" (Mt 7, 7).
Allora noi, poveri come siamo, ti chiederemo ciò che ci manca e scruteremo con zelo tenace le parole dei tuoi profeti e dei tuoi apostoli, e busseremo a tutte le porte che sbarrano il riconoscimento della verità. Ma dipende da te concedere l'oggetto della nostra preghiera, essere presente a quanto si chiede, aprire a chi bussa. La natura é presa da una strana pigrizia e non possiamo capire ciò che ti riguarda per la debolezza della nostra intelligenza. Ma lo studio dei tuoi insegnamenti ci mette in grado di intendere la tua divinità, e la sottomissione alla fede ci innalza al di sopra della conoscenza naturale. Attendiamo dunque che tu dia slancio agli inizi di questa impresa, causa per noi di trepidazione, che la consolidi con crescente successo e la chiami a partecipare dello spirito dei profeti e degli apostoli, perché possiamo capire le loro parole nello stesso senso con cui essi le hanno pronunziate e le interpretiamo nel loro significato. Parleremo, infatti, di quanto essi predicarono per tua ispirazione. Annunzieremo cioé te, Dio Eterno, Padre dell'Eterno e Unigenito Dio. Confesseremo che tu solo sei senza nascita con l'unico nostro Signore, Gesù Cristo, generato da te fin dall'eternità e da non annoverarsi fra gli déi. Generato da te, che sei l'unico Dio, e non da diversa sostanza. Crederemo che é veramente Dio colui che é nato da te, che sei veramente Dio e Padre.(Lib. 1, 37-38; Pl 10, 48-49).