Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
08 - 14 Dicembre 2002
Tempo di Avvento II, Colore viola
Lezionario: Ciclo B, Salterio: sett. 2

I Santi del giorno

Venerdì 13 dicembre 2002

Santa Lucia

Vergine e Martire (Memoria obbligatoria)

BIOGRAFIA

La sepoltura di santa Lucia

La vita di Santa Lucia la si desume più dalla tradizione popolare che dalla storia; questa ci dice che è una martire siracusana, nativa quindi della bella Sicilia, che fu martirizzata verso il 304, durante la persecuzione di Diocleziano. Una iscrizione del V secolo testimonia il culto che le fu reso nella sua città. Un secolo più tardi la pietà popolare impose questo culto alla chiesa di Roma. Il suo nome lo troviamo inserito nella preghiera eucaristica tra i primi martiri della cristianità. Il suo nome e il suo glorioso martirio evocano la luce e non solo quella splendida del sole, ma ancor più quella radiosa della grazia. Nei Paesi del nord Europa è molto conosciuta e venerata, la celebrano gruppi di ragazze, incoronate di candele accese.

MARTIROLOGIO

Memoria di santa Lucia, vergine e martire, che custodì, finché visse, la lampada accesa per andare incontro allo Sposo e, a Siracusa in Sicilia condotta alla morte per Cristo, meritò di accedere con lui alle nozze del cielo e di possedere la luce che non conosce tramonto.

DAGLI SCRITTI...

Santa Lucia dà il soccorso ai poveri

Dal trattato "La contemplazione di Dio" di Guglielmo, abate di Saint-Thierry
Tu solo sei veramente il Signore: il tuo dominio su di noi è la nostra salvezza e il servire a te significa per noi essere da te salvati. E qual è la tua salvezza, o Signore, al quale appartiene la salvezza e la benedizione sul tuo popolo, se non ottenere da te di amarti ed essere da te amati? Perciò, Signore, hai voluto che il figlio della tua destra e l'uomo che per te hai reso forte, fosse chiamato Gesù, cioè salvatore, infatti è lui che «salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1, 21) e «in nessun altro c'è salvezza» (At 4, 12). Egli ci ha insegnato ad amarlo, quando per primo ci ha amati fino alla morte di croce, incitandoci con l'amore e la predilezione ad amare lui, che per primo ci ha amati sino alla fine. Proprio così: ci hai amati per primo, perché noi ti amassimo; non che tu avessi bisogno del nostro amore, ma perché noi non potevamo essere ciò per cui ci hai creati se non amandoti. Per questo «aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1, 1), del tuo Verbo, dal quale «furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera» (Sal 32, 6). Il tuo parlare per mezzo del Figlio altro non fu che porre alla luce del sole, ossia manifestare chiaramente quanto e come ci hai amati, tu che non hai risparmiato il tuo Figlio, ma lo hai dato per tutti noi, ed egli pure ci ha amati e ha dato se stesso per noi (cfr. Rm 8, 32. 37). Questa è la tua parola per noi, Signore, questo il tuo Verbo onnipotente, che mentre un profondo silenzio, cioè un'aberrazione profonda, avvolgeva tutte le cose, dal trono regale si lanciò, inflessibile oppugnatore degli errori, dolce fautore dell'amore. E quanto egli operò, quanto disse sulla terra, fino agli insulti, fino agli sputi e agli schiaffi, fino alla croce e al sepolcro, altro non fu che il tuo parlare a noi per mezzo del Figlio: incitamento e stimolo del tuo amore al nostro amore per te. Tu sapevi infatti, o Dio creatore delle anime, che quest'amore non poteva essere imposto alle anime dei figli degli uomini, ma bisognava semplicemente stimolarlo. E sapevi pure che dove c'è costrizione, non c'è più libertà; e dove non c'è libertà, non c'è nemmeno giustizia. Hai voluto dunque che ti amassimo noi che non potevamo nemmeno essere salvati con giustizia, se non ti avessimo amato, né potevamo amarti, se non ne avessimo avuto il dono da te. Veramente, Signore, come dice l'Apostolo del tuo amore e noi stessi abbiamo già detto, tu per primo ci hai amati e per primo tu ami tutti coloro che ti amano. ma noi ti amiamo con l'affetto d'amore che tu ci hai infuso. Il tuo amore invece è la tua stessa bontà, o sommamente buono e sommo bene; è lo Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio; quegli che dall'inizio della creazione aleggia sulle acque, ossia sulle menti fluttuanti dei figli degli uomini, donandosi a tutti, tutto a sé attirando, ispirando, favorendo, allontanando ciò che è nocivo, provvedendo ciò che è utile, unendo Dio a noi e noi a Dio. (9-11; SC 61, 90-96)



NOTA DAL MESSALE

Lucia, martirizzata probabilmente durante la persecuzione di Diocleziano (303-305), fu sepolta a Siracusa. Di là il suo culto, attestato già nel secolo V, passò a Roma e si diffuse ovunque. Il nome, evocatore di luce, e la data della memoria, in prossimità del solstizio d’inverno, favorirono la sua fama di protettrice della vista. È ricordata il 13 dicembre nel Martirologio geronimiano (sec. V-VI) ed è ricordata nel Canone Romano.