Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
12 - 18 Agosto 2001
Tempo Ordinario XX, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno I, Salterio: sett. 4

I Santi del giorno

Lunedì 13 agosto 2001

San Ponziano, papa e Ippolito, sacerdote

Martiri (Memoria facoltativa)

BIOGRAFIA

Ponziano morì nel 235. Successe a sant'Urbano I nell'anno 230; intorno al 235 fu esiliato dall'imperatore Massimino il Trace in Sardegna, dove si pensa sia morto per i maltrattamenti. È commemorato insieme ad Ippolito suo compagno di esilio. Ippolito invece, nato a Roma, entrò nel clero della città e divenne noto per le sue dottrine rigoriste; criticò papa Callisto I, giungendo a farsi eleggere antipapa, fu esiliato in Sardegna e lì si riconciliò alla chiesa prima di essere martirizzato.

MARTIROLOGIO

Santi martiri Ponziano, papa, e Ippolito, sacerdote, che furono deportati insieme in Sardegna, dove entrambi scontarono una comune condanna e furono cinti, come pare, da un'unica corona. I loro corpi, infine, furono sepolti a Roma, il primo nel cimitero di Callisto, il secondo nel cimitero sulla via Tiburtina.

DAGLI SCRITTI...

Dalle "Lettere" di san Cipriano, vescovo e martire
Con quali lodi vi potrei celebrare, o miei fortissimi fratelli? Con quale parola di encomio potrei esaltare degnamente la intrepidezza delle vostre anime, con quali espressioni magnificare la perseveranza della vostra fede? Sopportaste sino alla gloria la durissima prova e non cedeste ai tormenti, ma a voi piuttosto dovetterro arrendersi i supplizi. I tormenti, che non concedevano fine ai dolori, diedero compimento alla gloria. Continuò a lungo lo strazio, fu assai crudele il supplizio, ma non riuscì a sommergere una fede che trovò bene ancorata, e altro esito non ebbe che di portare più rapidamente al Signore gli uomini di Dio.
La moltitudine dei presenti, commossa, vide il celeste combattimento di Dio e la battaglia spirituale di Cristo; vide fermi i suoi servi, sentì la loro voce franca e coraggiosa, stupì di fronte all'incrollabile saldezza del loro animo, si meravigliò della forza divina che li sosteneva, constatò che, anche se indifesi contro gli strali di questo secolo, erano tuttavia armati delle armi dei credenti, cioé della fede. I torturati si alzarono più forti dei torturatori e le membra percosse e dilaniate vinsero gli artigli che percuotevano e laceravano. I colpi si succedevano ai colpi, ma il loro infuriare non poté vincere la loro fede inespugnabile benché nei servi di Dio, dopo che furono lacerate le carni, venissero torturate non più le membra, ma le ferite stesse. Scorreva il sangue per spegnere l'incendio della persecuzione, per soffocare con il suo glorioso spargimento le fiamme e il fuoco della geena. Oh di quale genere fu quello spettacolo del Signore, quanto sublime, quanto grande, quanto gradito agli occhi di Dio per la fedeltà e la devozione del suo soldato!
Si verificò quanto lo Spirito Santo dice e proclama nei salmi: "Preziosa agli occhi del Signore é la morte dei suoi fedeli" (Sal 115, 15). Preziosa é la morte di colui che acquista l'immortalità col prezzo del proprio sangue, che riceve la corona di Dio con l'estremo sacrificio. Quanto lieto fu colà Cristo, quanto volentieri combatté e vinse in tali suoi servi! Cristo é il protettore della fede. E' lui che dona a coloro che credono in proporzione della loro disponibilità. Nella persona del martire fu egli stesso presente al proprio combattimento, incoraggiò, rinvigorì e animò i combattenti e i difensori del suo nome. Colui che vinse una volta la morte per noi, la vince sempre in noi.
O beata la nostra Chiesa, che Dio illumina ancora e onora di tanta dignità, la nostra Chiesa che anche ai nostri tempi é resa splendente dal sangue glorioso dei martiri! Prima era candida nelle opere dei fratelli, ora é diventata purpurea nel sangue dei martiri. Fra i suoi fiori non mancano né i gigli né le rose. Ognuno aspiri al duplice altissimo onore, procurando tuttavia di avere almeno o la corona candida delle opere, o quella purpurea del martirio.



Dal messale

Ponziano, papa (230-235), deportato dall’imperatore Massimino il Trace nelle miniere della Sardegna, si dimise dall’ufficio per consentire l’elezione di un nuovo vescovo. Con lui fu condannato anche il presbitero romano Ippolito e insieme morirono per i maltrattamenti subiti. La traslazione a Roma delle loro spoglie è ricordata il 13 agosto dalla Depositio martyrum (336).

Dal Comune dei martiri: per più martiri o dal Comune dei pastori.

Colletta propria

La preziosa passione dei santi martiri Ponziano e Ippolito ottenga a noi, o Signore, l’abbondanza del tuo amore e rinsaldi sempre più la fede nei nostri cuori. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.