Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 04 aprile 2017

A queste sue parole, molti credettero in lui.

Dalla bocca santissima di Gesù uscivano Parole davvero belle e piene di Sapienza, e la gente umile rimaneva a bocca aperta, come bambini, nell’ascolto attento. Ascoltiamolo anche noi adesso! “Voi siete di quaggiù, Io sono di lassù; voi siete di questo mondo, Io non sono di questo mondo. Vi ha detto che morirete nei vostri peccati... se infatti non credete che ‘IO SONO’, morirete nei vostri peccati”. “IO SONO” JAWEH”, è il nome santo che Dio ha rivelato, in antico, a Mosè sul monte Sinai. E poi Gesù continua, dicendo ancora: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo (Gesù), allora conoscerete che ‘IO SONO’, e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite”. A queste parole molti credettero in Lui. Ed io oggi voglio concludere con una preghiera che mi viene dal cuore: “O Gesù buono. Ti hanno inchiodato, nudo sulla Croce, e grondi Sangue dalla testa ai piedi per amor nostro, ti prego: attirami a Te, attiraci tutti a Te, e saremo salvi: saremo santi! Attiraci a Te, innamòraci sempre più di Te e del Padre per poter amare di più i fratelli in verità. Te lo chiediamo per i meriti della tua santa Passione e morte in Croce, per i meriti ed intercessione della Beata Vergine Maria, Madre tua e Madre nostra”. Amen


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anziano diceva: «Fuggite l'amore che ispirano le cose periture perché passa con loro e perisce con loro».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

SE TUTTI DEVONO RICEVERE IL NECESSARIO IN MISURA UGUALE

Sta scritto: «Veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno» (At 4,35). Con questo non vogliamo dire che si facciano preferenze di persone - non sia mai! - ma che si tenga conto delle infermità dei singoli; così chi ha minori esigenze ringrazi Dio e non stia di malumore; chi invece ha maggiori necessità si umili per la sua debolezza e non si insuperbisca per l'attenzione che gli viene usata; e così tutte le membra saranno in pace. Soprattutto non compaia per nessuna ragione, in alcuna parola o altro gesto, il male della mormorazione. E se qualcuno sarà trovato colpevole di questo, sia sottoposto a una punizione molto rigorosa.


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