Giubileo della Speranza Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
30 Marzo - 05 Aprile 2025
Tempo di Quaresima IV, Colore rosa
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Scarica versione .epub della Liturgia del Giorno

Giovedì 03 aprile 2025

Puliti per riconoscere Gesù.

Il Signore disse a Mosè mentre era in preghiera sull’Oreb: «Va’, scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto, si è pervertito». Così nell’Esodo! Così il salmista: «Dimenticarono Dio che li aveva salvati, che aveva operato in Egitto cose grandi, meraviglie nella terra di Cam, cose terribili presso il Mar Rosso.»; e Gesù: «Non avete in voi l’amore di Dio». «Voi non mi accogliete. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?». Sono le pesanti accuse che il popolo eletto merita dopo una lunga storia di predilezione divina; si è pervertito ai falsi dei, ha dimenticato i prodigi ricevuti; i contemporanei di Gesù sono studiosi delle scritture, ma privi di fede e di amore a Dio, non ne comprendono il significato e lo falsificano, capaci soltanto di una reciproca e fatua adulazione. Così ogni forma di religiosità viene vanificata, allora come ai nostri giorni, resta soltanto una apparenza che non maschera l’ipocrisia. “Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete” perché “Amano i primi posti ne’ conviti e i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze e d’esser chiamati dalla gente: ‘Maestro!’”. Ancora meglio Gesù li definisce chiamandoli ipocriti che rassomigliano a sepolcri imbiancati: essi all’esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. L’ipocrisia e il maligno, il menzognero. Gesù definisce l’ipocrisia come un lievito, il lievito dei farisei… «Gli ipocriti, scrive San Bernardo, sono pecore nel portamento, volpi nell’astuzia, lupi nelle opere e nella ferocia. Il loro primo pensiero è di non essere buoni, ma di apparire tali; di essere cattivi, ma di non sembrarlo». Non vi è cosa tanto opposta allo spirito di Gesù Cristo, quanto l’ipocrisia. Gesù è la verità in persona, la semplicità e la sincerità per essenza, non può dunque essere compreso e testimoniato nella sua natura umano-divina da chi vive in tale inquinamento interiore.
I puri di cuore vedono Dio!
Oggi invoca il Signore chiedendo: “Accresci in me la fede”.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'abba Antonio predisse all'abba Amun: «Tu farai molti progressi nel timore di Dio». Poi lo condusse fuori dalla cella e gli mostrò una pietra: «Mettiti a ingiuriare questa pietra», gli disse, «e colpiscila senza smettere». Quando Amun ebbe terminato, sant'Antonio domandò se la pietra gli avesse risposto qualcosa. «No», disse Amun. «Ebbene! anche tu», aggiunse l'anziano, «devi raggiungere questa perfezione».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

SE I MONACI POSSONO AVERE ALCUNCHÉ DI PROPRIO

Nel monastero bisogna estirpare fin dalle radici soprattutto questo vizio: che nessuno ardisca dare o ricevere qualcosa senza il permesso dell'abate; né avere alcunché di proprio, nulla nel modo più assoluto: né libro, né tavolette, né stilo, proprio niente insomma; dal momento che ai monaci non è lecito disporre nemmeno del proprio corpo e della propria volontà. Tutto il necessario invece lo devono sperare dal padre del monastero; e non sia lecito avere alcuna cosa che l'abate non abbia data o permessa. Tutto sia comune a tutti - come sta scritto - e nessuno dica o ritenga qualcosa come sua proprietà (At 4,32). E se si scoprirà un fratello che asseconda questo pessimo vizio sia ripreso una prima e una seconda volta; se non si corregge, sia sottoposto alla disciplina regolare.

Cap.33,1-8.