Nell'area sacra del tempio di Gerusalemme era invalso l'uso di un vergognoso commercio. Si facevano compre e vendite circa la materia delle offerte e dei sacrifici. E' da supporre che si verificassero scandalosi abusi. Dopo il lamento sulla città, Gesù entra in Gerusalemme, sale al tempio e "comincia a scacciare i venditori, dicendo: sta scritto: la mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!" E' bene che non ci facciamo illusione: il tempio deve essere conservato puro. La vicenda di Dio nel mondo rimane santa; e poiché il tempio non è soltanto il tempio di pietre - noi stessi siamo il tempio di Dio - il gesto di Gesù ci riguarda personalmente circa la santità con cui dobbiamo circondarlo e custodirlo. Pur non togliendo nulla a quanto Gesù ha compiuto, è doveroso fare un'altra considerazione. Il gesto di scacciare i venditori dal tempio non è giustificato da nessuna disposizione della legge che sarebbe stata violata, essendo pienamente legittime le attività commerciali e finanziarie che si svolgevano nel cortile esterno. Per questo diventa un segno profetico che annuncia la fine del luogo prestigioso dell'antica alleanza. Il velo del tempio si squarcerà da cima a fondo nel momento in cui Gesù morirà sul Golgota. Gesù stesso sarà il tempio della nuova alleanza, consacrata nel suo sangue. La casa di Dio può e deve avere un'altra destinazione. E' ciò che il Maestro comincia a fare: "Ogni giorno insegnava nel tempio". Vi troviamo in ciò un richiamo di una antecedente profezia: "Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate". Il brano evangelico si chiude con questa annotazione: "I sommi sacerdoti cercavano di ucciderlo. Tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell'ascoltarlo". L'inimicizia che sta suscitando, costruirà il tempio, dove il Padre ci attende. Sono le meraviglie del Signore, che cambia in bene il male che l'uomo si procura con le sue stesse mani.
Abba Epifanio diceva: "La cananea grida forte ed è esaudita, l'emoroissa tace e viene detta beata, il fariseo grida ed è condannato, il pubblicano non apre nemmeno la bocca ed è esaudito".
I SACERDOTI CHE VOLESSERO EVENTUALMENTE ENTRARE IN MONASTERO Se qualcuno dell'ordine sacerdotale chiede di essere accolto in monastero, non si acconsenta troppo presto. Tuttavia, se persiste con insistenza nella sua domanda, gli si faccia capire che dovrà osservare in tutto la disciplina della Regola e che non gli si farà alcuna concessione, in modo che valga per lui ciò che è scritto: «Amico, che sei venuto a fare?» (Mt 26,50 Volg.). Gli si permetta nondimeno di prendere posto dopo l'abate, di dare la benedizione e di celebrare la Messa, sempre che l'abate glielo consenta; altrimenti non pretenda nulla in alcun modo, sapendo di essere soggetto alla disciplina regolare; dia piuttosto a tutti esempio di umiltà.