Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
06 - 12 Ottobre 2024
Tempo Ordinario XXVII, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Domenica 06 ottobre 2024

Mistero di comunione: i due saranno uno...

“Non è bene che l'uomo sia solo”. Così esordisce la prima lettura di questa domenica. L'uomo presentato nella sua solitudine e nella sua diversità dalle altre creature, trova la comunione solo in un essere che gli è simile e, in questo ritrovarsi l'uno nell'altro reciprocamente, si rigenerano. Il matrimonio è un sacramento che affonda le sue radici nell'amore stesso di Dio. Essere coppia quindi non significa essere in due, ma essere una realtà nuova. Alla domanda dei farisei se “è lecito a un marito il ripudio della propria moglie”, Gesù rimanda a Mosè. Dunque la legge del divorzio esisteva, ma esisteva “per la durezza del vostro cuore”. Così dicendo, Gesù lega la legge più ad una condizione viziata dagli uomini che da Mosè. All'inizio non era così, afferma Gesù. “Dio li creò maschio e femmina per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola”. Li ha creati diversi, ma complementari, capaci di amare, incapaci di autosufficienza, con diritti e doveri uguali. Dio sogna per la prima coppia una unità assoluta, come nella comunione trinitaria. Quando all'orizzonte dell'uomo solitario - siamo sempre soli - apparve la donna, l'uomo si esprime in un grido di gioia: “Questa sì, è vita della mia vita”. Il disegno di Dio è volto a tirar fuori il meglio che c'è nell'uomo e nella donna. Egli desidera far sentire il suo amore per ciascuno di loro, affinché loro stessi riproducano reciprocamente quell'eterno amore di cui sono oggetto. Lo splendore della vocazione matrimoniale, come donazione d'amore, dovrebbe risanare le tante ferite inferte dalla debolezza e dalla fragilità della condizione umana. I veri vincoli che non si spezzano sono quelli che nascono dall'amore e nell'amore si diffondono. Il racconto evangelico prosegue presentando un incontro di Gesù con i bambini. All'atteggiamento insofferente e ostile dei discepoli, fa riscontro quello accogliente di Gesù, il quale riconferma che l'accoglienza del regno di Dio è riservata a loro.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello si recò presso un anziano che abitava al Monte Sinai e gli domandò: «Padre, dimmi come si deve pregare, perché ho molto irritato Iddio». L'anziano gli disse: «Figliuolo, io quando prego parlo così: Signore, accordami di servirti come ho servito Satana e di amarti come ho amato il peccato».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I SETTIMANARI DI CUCINA

Chi sta per uscire di settimana, il sabato faccia le pulizie; lavi i panni con cui i fratelli si asciugano le mani e i piedi; tanto poi chi finisce quanto chi inizia il turno lavi i piedi a tutti. Chi esce di settimana riconsegni puliti e in buono stato gli utensili del suo ufficio al cellerario, e questi a sua volta li consegni al fratello che entra in servizio, in modo da sapere quello che dà e quello che riceve. Un'ora prima della refezione i settimanari prendano, oltre la razione stabilita, un bicchiere di vino e un po' di pane per ciascuno, perché all'ora del pasto possano servire i fratelli senza lamentele e senza eccessiva fatica; nei giorni festivi però attendano sino alla fine della Messa.

Cap.35,7-14.