La liturgia oggi ci invita a fissare il nostro sguardo sull'Apostolo Mattia che viene aggregato agli Undici, prendendo il posto di Giuda che dopo aver tradire il Signore, andò a suicidarsi... Accogliamo con gioia il nuovo Apostolo che entra nel collegio apostolico quasi in punta di piedi e con molta umiltà. Di lui infatti non si hanno altre notizie all'infuori di quelle riguardanti la sua elezione. Mentre quindi preghiamo Mattia e con lui ci rallegriamo della scelta fatta dallo Spirito Santo, non possiamo con avere un pensiero di commiserazione per tanti vescovi, sacerdoti e i religiosi, che, come Giuda, rinnegano gli impegni assunti nella Chiesa di Dio. Defezioni dovute al mistero del cuore umano... ma anche alla superficialità con cui viene assunto l'onere del servizio nella comunità cristiana. E' loro mancata quella unione con Gesù che il vangelo di Giovanni oggi ci raccomanda. Per portare frutti abbondanti tutti i fedeli, in particolare chi è stato scelto dal Signore per il compito di guida, devono modellare la propria condotta su quella di Gesù che ha toccato il culmine dell'amore, morendo per noi peccatori, come ci fa osservare San Paolo. E' compito di tutta la Chiesa pregare per i sacerdoti, e in particolare per i propri preti e aiutarli a vivere la loro vita nello stile di persone consacrate al servizio, senza la pretesa né l'invito a comportarsi come tutti gli altri. Gesù ha ribadito in modo chiaro che non sono come gli altri: Vivete nel mondo, ma non siete del mondo. Nella misura in cui il prete sarà pieno di Dio, attento alla sua vita di preghiera, di unione con il Signore, sarà anche capace di comunicare Cristo alle anime. Preghiamo tutti perché sia così. Questa è anche la nostra di responsabilità.
Gli altri confratelli lodavano unanimemente un fratello in presenza dell'Abba Antonio; ma quando il vecchio lo ebbe messo alla prova, scoprì che non tollerava le offese. E il vecchio gli disse: Tu sei simile a un edificio, che, pur avendo una bella porta d'ingresso, tuttavia viene espugnato dai ladri per la porta di servizio.
COME DEVONO ESSERE ACCOLTI GLI OSPITI La cucina dell'abate e degli ospiti sia a parte, di modo che quando gli ospiti - che nel monastero non mancano mai - sopraggiungono a ore non previste, i fratelli non siano disturbati. E in questa cucina prestino servizio per un anno intero due fratelli che possano adempiere bene tale compito. Se c'è bisogno, si diano loro degli aiutanti perché servano senza mormorare; quando invece sono poco occupati, vadano a lavorare dove viene loro comandato. E questo non valga solo per costoro, ma in tutti gli uffici del monastero si usi questo criterio: che quando uno ha bisogno di aiuto, gli si dia; e quando invece è libero, obbedisca agli ordini ricevuti.