La nascita dei santi costituisce una gioia per molti, perché il santo è un dono di Dio all’umanità, è un bene per tutti, inizio di rinnovamento e progresso. Ogni opera misericordiosa di Dio è tale se arreca gioia non solo a chi la riceve, ma anche a quelli che sanno riconoscerla e sono pronti ad esaltarla. Il messaggio della salvezza percorrerà spazi sempre più vasti. Gli eventi vanno accolti nel cuore, e chi lo accoglie deve sintonizzarsi interiormente con essi. Nel bambino Giovanni si manifestano la potenza e la mano di Dio. Ci si domanda: perché la potente mano di Dio è con questo bambino? Elisabetta, piena di Spirito Santo, coglie il soffio del nuovo e giudica in modo nuovo. Nella prima lettura troviamo conferma ulteriore in merito a ciò che ci presenta il Vangelo. Non è sempre facile accogliere gli eventi che provengono da Dio. Non è facile scoprire il giorno del Signore, riconoscerne la visita, se il cuore non è riconciliato con Dio. Il peccato fa perdere la testa perché è perduta l’amicizia con Dio. Il Signore viene con il suo giudizio tutti i giorni. Mentre l’amore umano tende a impossessarsi del bene che trova nel suo oggetto, l’amore divino crea il bene nella creatura amata. Noi pure abbiamo i nostri Elia, i nostri Battista, i nostri segni: precedono, preparano con moniti, con richiami di uomini e di cose, di parole e di eventi. Lo Spirito Santo percorre nuove strade, che non sempre è facile capire, ma che occorre scoprire e seguire. Il salmo 24 è una supplica individuale e prepara a riconoscere i propri peccati in una celebrazione comunitaria. Più che di un peccato singolo, il salmista si accusa davanti a Dio della sua condizione di peccatore. Chiediamo anche noi di riconoscere la presenza di Dio, mediante i suoi “ambasciatori” e per fare questo dobbiamo riconoscere la nostra condizione di fragilità spirituale.
Disse: "Come la cera si scioglie dinanzi al fuoco così l'anima è svuotata dalle lodi".
I FRATELLI MANDATI IN VIAGGIO E nessuno ardisca riferire ad altri ciò che ha visto o sentito fuori del monastero, perché sarebbe un gran danno per la maggior parte dei fratelli. Chi osasse farlo, sia sottoposto alla disciplina regolare. Così pure sia punito chi si permette di uscire dal recinto del monastero o recarsi in qualche luogo o fare qualsiasi benché minima cosa senza il permesso dell'abate.