La redazione evangelica di San Luca raduna una serie di ammonimenti di Gesù riguardanti la vita comunitaria: Oggi egli ci parla di scandalo e di perdono. Le difficoltà più insormontabili si risolvono alla luce disarmante dell'amore. Ancora oggi la parola creatrice ci coglie radunati come Chiesa scossa ma non abbattuta dagli scandali, come Chiesa peccatrice ma anche come Chiesa del perdono: una Chiesa che incessantemente prega il Padre per avere il dono sempre nuovo della fede. La nostra attenzione va però soprattutto all'insegnamento sulla fede. La frase di Gesù nasce da una domanda spontanea e sincera degli apostoli: "Aumenta la nostra fede!". Gesù aggiunge che non si deve tranquillamente tollerare il male, che lo si deve perdonare quando ci sia il pentimento, che un minimo atto di fede ha una potenza prodigiosa. Gli scandali dei nostri giorni assumono talvolta le caratteristiche della mostruosità, è falso però pensare di poterli risolvere con lo sdegno, lo sgomento, la voglia di vendetta o ancor peggio con le sterili polemiche. Gesù indica a noi suoi seguaci una strada, sicuramente ardua, ma l'unica che può scuotere le coscienze e ricondurre al bene, una via che lo stesso Cristo ha percorso e che potremmo definire l'immolazione nell'amore per dare a tutti la forza e la garanzia del perdono.
Gli altri confratelli lodavano unanimemente un fratello in presenza dell'Abba Antonio; ma quando il vecchio lo ebbe messo alla prova, scoprì che non tollerava le offese. E il vecchio gli disse: Tu sei simile a un edificio, che, pur avendo una bella porta d'ingresso, tuttavia viene espugnato dai ladri per la porta di servizio.
COME DEVONO ESSERE ACCOLTI GLI OSPITI La cucina dell'abate e degli ospiti sia a parte, di modo che quando gli ospiti - che nel monastero non mancano mai - sopraggiungono a ore non previste, i fratelli non siano disturbati. E in questa cucina prestino servizio per un anno intero due fratelli che possano adempiere bene tale compito. Se c'è bisogno, si diano loro degli aiutanti perché servano senza mormorare; quando invece sono poco occupati, vadano a lavorare dove viene loro comandato. E questo non valga solo per costoro, ma in tutti gli uffici del monastero si usi questo criterio: che quando uno ha bisogno di aiuto, gli si dia; e quando invece è libero, obbedisca agli ordini ricevuti.