E' notte fonda: i discepoli stanno attraversando il mare quando li coglie la tempesta. Eccoli privi di qualsiasi aiuto, abbandonati a se stessi. Non si tratta di una folla, ma solo del gruppetto dei discepoli; anch'essi senza Gesù sono dei poveri derelitti; solo da lui possono sperare aiuto. Il prodigio è duplice. Primo, è un miracolo il fatto che, nel cuore della notte, Gesù all'improvviso vada verso di loro camminando sulle acque. Secondo, è un miracolo il fatto che, appena Gesù è salito sulla barca, raggiungano in un attimo la riva. Gesù comanda alle forze della natura e gli obbediscono. I discepoli, quindi, non devono temere la tempesta quando egli è vicino. Tutto questo ci fa pensare che quando siamo con Cristo risorto - nostra vita, pur agitata e burrascosa che sia, non ha motivo di spavento e di terrore. Egli ci fa arrivare sicuramente in porto. Colui che moltiplica miracolosamente il pane, che cammina sulle acque, che non conosce le distanze e che quindi domina completamente le forze della natura, può certamente trasformare il pane nella propria carne e il vino nel proprio sangue. Su entrambi i miracoli aleggia la divina e potenza affermazione di Gesù: “Io sono, non abbiate paura”.
Un fratello domandò a un anziano: «Che devo fare, Abba, per combattere i pensieri?». Egli rispose: «Prega il Signore, affinché gli occhi della tua anima vedano gli aiuti che Dio ti manda per proteggerti.
Capitolo 43
QUELLI CHE GIUNGONO TARDI ALL'UFFICIO DIVINO O ALLA MENSAAbbiamo creduto opportuno che questi tali rimangano all'ultimo posto o in disparte perché, vedendosi esposti allo sguardo di tutti, si correggano se non altro per la vergogna che ne provano. Infatti, se restassero fuori dell'oratorio, potrebbe darsi che qualcuno torni a coricarsi e a dormire oppure si metta seduto lì fuori e si perda in chiacchiere, dando così occasione al maligno; entri invece dentro, affinché per lo meno non perda tutto e si corregga per l'avvenire. Nelle Ore del giorno, chi non sarà ancora presente all'Opus Dei dopo il versetto e il Gloria del primo salmo che segue il versetto, se ne stia all'ultimo posto secondo la norma stabilita sopra, e non ardisca associarsi al coro dei fratelli che salmeggiano prima di aver fatto la penitenza, a meno che l'abate non glielo permetta per sua concessione; ma anche in tal caso il colpevole deve fare la penitenza.