Oggi meditiamo insieme le esortazioni del profeta Isaia "Lavatevi, purificatevi" e "anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve". Sono esortazioni rivolte al popolo eletto ma anche alla nostra comunità monastica e cristiana. Il profeta Isaia ci manifesta la sua grande preoccupazione perché vuole il cambiamento, la conversione, vuole una novità di vita e di spirito, una vera vita di comunione. Gesù nel Vangelo ci conferma, in un suo invito, di amarci gli uni gli altri. Queste esortazioni ci devono far riflettere, in modo particolare in questo periodo di Quaresima. Abbiamo bisogno di conoscerci a fondo. Nessuno può progredire nel cammino della vita spirituale senza una profonda conoscenza di se stesso, delle sue qualità e dei suoi limiti, delle tendenze del proprio carattere e della propria personalità, delle possibilità che effettivamente possiede. Chi ha un vero interesse di avanzare nel cammino della vita cristiana deve compiere dei passi necessari: - conoscersi, - accettarsi, - superarsi. Già l'antico filosofo Sòcrate diceva: "conosci te stesso". Ognuno è chiamato in causa a fare un'introspezione personale. Se non conosciamo noi stessi rischiamo di avanzare nel buio, nelle tenebre, e di sbagliare la strada della vita. Abbiamo tutti bisogno di luce e di amore. Questo amore ci viene dalla riflessione, dal contatto con gli altri che ci possono consigliare o aiutare, ma, soprattutto dalla preghiera, dai sacramenti e dallo Spirito Santo. Conoscersi è far morire se stesso, per fare l'esperienza con Dio. Solo chi si avvicina in questo modo a Dio trova garanzia di vita e certezza del cammino. Ma poi però non basta conoscersi. Dobbiamo accettarci come siamo, con grande realismo ed umiltà. Diceva Santa Teresa d'Avila che "l'umiltà è la verità". Non si tratta quindi di mortificarci per le nostre mancanze e miserie, ma oltre a riconoscere queste dovremmo saper ringraziare il Padre Eterno anche per i doni ricevuti, le qualità e le virtù che, per sua grazia, possiamo praticare. Dobbiamo impegnarci, quindi, nel conoscere meglio noi stessi, per comprendere quali virtù e quali difetti dòminano in noi. Tutto questo per intraprendere un sano cammino di crescita spirituale. E il tempo di quaresima, che in questo giorni viviamo, è un tempo di grazia molto propizio per la nostra metànoia, per la nostra conversione.
Pregare per gli altri «Un fratello fece visita ad un anziano che aveva il dono del discernimento e lo supplicò con queste parole: "Prega per me, padre, perché sono debole". L'anziano gli rispose: "Uno dei padri una volta ha detto che chi prende dell'olio in mano per ungere un malato, trae giovamento lui per primo, dall'unzione fatta con le sue mani. Così chi prega per un fratello che soffre, prima ancora che questi ne tragga giovamento, lui stesso ha la sua parte di guadagno, a causa del suo intento di amore. Fratello mio, preghiamo dunque gli uni per gli altri, per essere guariti, perché Dio stesso ce lo ha ordinato attraverso l'apostolo"».
IN QUALI TEMPI SI DICE L'ALLELUIA Dalla santa Pasqua fino a Pentecoste si dica sempre l'Alleluia sia nei salmi che nei responsori; da Pentecoste invece fino all'inizio della Quaresima lo si dica ogni notte soltanto con gli ultimi sei salmi dell'Ufficio notturno. Ogni domenica poi fuori del tempo quaresimale i cantici dell'Ufficio notturno, le Lodi, Prima, Terza, Sesta e Nona si dicano con l'Alleluia; ai Vespri invece non si dica. Ma i responsori non si dicano con l'Alleluia se non da Pasqua a Pentecoste.