Gesù compie un miracolo, ma è l'unica volta che lo compie per gradi. Ci possiamo chiedere il perché. Forse la risposta sta nel fatto che Gesù non volle risanare il cieco tutto ad un tratto, sia per dimostrare che egli dispone a piacere dei propri doni, sia perché la sua potenza andò agendo nella misura in cui la fede del cieco crebbe, sino a diventare perfetta. Lo stesso sistema non di rado viene usato da Dio a proposito della guarigione di malati dello spirito: egli procede un po' alla volta, alimentando nel contempo la fede dell'infermo, concedendo una pienezza di salute, quando ci saremo abbandonati completamente a lui, considerandolo nostro unico salvatore. Tutto ciò non può prescindere dalla nostra fede e non esclude la nostra personale collaborazione. Anzi, il Signore attende la nostra domanda: «Che cosa vuoi che io faccia per te? - Signore che io veda». Ecco la preghiera per la giornata di oggi: «Signore fa' che io "veda"».
«Qualunque immagine appaia, colui che la vede non cada in trepidazione, ma piuttosto interroghi con sicurezza dicendo dapprima: "Chi sei tu e da dove vieni?"... Se si tratta di una potenza diabolica, subito si indebolirà vedendo un animo sicuro e vigoroso.
L'UMILTÀ Il secondo gradino dell'umiltà si sale quando uno, non amando la propria volontà, non si compiace di soddisfare i suoi desideri, ma imita con i fatti quella parola del Signore che dice: «Non sono venuto a fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato» (Gv 6,38). E similmente la Scrittura dice: «La volontà propria merita la pena, mentre la costrizione procura il premio». Il terzo gradino dell'umiltà si sale quando uno per amor di Dio si sottomette al superiore in tutta obbedienza, imitando il Signore di cui dice l'apostolo: «Si è fatto obbediente al Padre fino alla morte» (Fil 2,8).