Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
08 - 14 Gennaio 2023
Tempo Ordinario I, Colore verde
Lezionario: Ciclo A | Anno I, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Lunedì 09 gennaio 2023

Torniamo all'ordinario che è l'essenziale.

Ieri con il Battesimo di Gesù abbiamo concluso il tempo di Natale e oggi inizia questo nuovo percorso del tempo ordinario. Partendo dalla prima lettura, dalla lettera agli Ebrei, l’autore afferma che Gesù è la definitiva e piena rivelazione di Dio. Dice il testo: Lui che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del figlio. Per questo motivo il salmista canta: Adoriamo il Signore insieme ai suoi angeli. Perché Egli è la manifestazione di Dio per noi e sta ormai al centro della storia. Sì, il Signore regna, esulti la terra, gioiscano le isole tutte. Nubi e tenebre lo avvolgono, giustizia e diritto sono la base del suo trono. Nel Vangelo di oggi Gesù dopo l’arresto del suo precursore, continua la missione di Giovanni con lo stesso contenuto, “il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. Ma anche, con lo stesso scopo nell’ultima parte del brano, chiama i primi discepoli. L’invito alla conversione è un messaggio sempre attuale perché continua impegnare la Chiesa del nostro tempo. Infatti Santo Paolo VI disse: la Chiesa esiste per evangelizzare. La fede nasce dall’adesione a questo invito e ci consente di fare l’esperienza dell’incontro con la persona di Gesù. È Lui infatti che ci guarda in profondità e poi ci rivolge la parola, e non è il contrario. Ecco perché i primi discepoli sono chiamati a prendere una decisione di radicale cambiamento dando la loro piena adesione a questa buona notizia. A loro Gesù propone di condividere il suo compito di proclamare l’avvicinarsi del regno di Dio. Forse per questo l’evangelista Marco dice che la risposta dei primi discepoli non è lenta, ma immediata, a testimonianza di un cuore semplice che li caratterizza in quanto uomini semplici pescatori. Alla luce di questo Vangelo odierno, siamo chiamati come i primi discepoli a lasciare anche quello che può sembrare più importante per noi e seguire Gesù. Ecco perché San Benedetto nella sua Regola ci ricorda sempre che nulla possiamo anteporre all’amore di Cristo. Amen!


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un monastero si era ridotto in tutto all'abate e a quattro monaci, già anziani. L'abate, disperato, pensò di chiedere consiglio a un saggio rabbino suo amico. «Vi posso solo dire - rispose costui - che il Messia è tra voi». I monaci, udito questo, cominciarono a trattarsi l'un l'altro con straordinario rispetto e venerazione, poiché c'era la possibilità che sotto l'apparenza di uno di essi si nascondesse il Messia. La fama di quello straordinario amore fraterno si diffuse e alcuni visitatori cominciarono ad arrivare al monastero, curiosi di vedere quel luogo privilegiato. Poi ne arrivarono altri. Dopo qualche tempo, uno di loro chiese di entrare nell'Ordine. A questo seguirono altri, sempre più numerosi. In pochi anni, il monastero diventò un meraviglioso centro di amore fraterno e un focolare di nuove vocazioni...


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

PROLOGO ALLA REGOLA DI SAN BENEDETTO

Dobbiamo dunque costituire una scuola del servizio del Signore; e nell'organizzarla noi speriamo di non stabilire nulla di penoso né di pesante. Se tuttavia, per giuste ragioni, si dovrà introdurre anche qualcosa un pochino più dura per correggere i vizi e conservare la carità, tu non lasciarti subito prendere dallo spavento, così da abbandonare la via della salvezza, la quale all'inizio non può essere che stretta. Ma col progredire nella vita monastica e nella fede, il cuore si dilata e si corre nella via dei comandamenti di Dio (cf. Sal 118,32) con una dolcezza d'amore inesprimibile. Cosicché, non allontanandoci mai dal suo magistero e perseverando nel suo insegnamento in monastero fino alla morte, possiamo partecipare mediante la pazienza alle sofferenze di Cristo, per meritare di condividere anche il suo regno.

Prol.45-50.