Nell'Ordine benedettino celebriamo oggi la festa di San Gregorio Magno. Le letture sono proprie. Troverete il commento qui sotto sulla nostra pagina di Liturgia. Le letture del giorno invece ci presentano gli scribi e i farisei, convinti di essere loro i depositari di tutte le verità e i depositari, custodi e interpreti autentici della Legge. Guardavano con crescente diffidenza Gesù e i suoi apostoli e, con occhio indagatore, cercavano ogni pretesto per coglierli in fallo e poi accusarli e screditarli presso il popolo. L'ultimo pretesto lo colgono dal fatto che i discepoli, passando per i campi, con le messi già biondeggianti, raccolgono delle spighe di grano e ne mangiano il frutto. Ecco pronta l'accusa rivolta allo stesso Gesù: «Perché fate ciò che non è permesso fare nel giorno di festa?» Il Signore cònfuta l'accusa ricorrendo alla stessa fonte biblica da cui i farisei hanno tratto i motivi dell'accusa: «Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». Gesù vuol proclamare una nuova legge di libertà, egli vuole svincolare l'uomo dall'osservanza solo esteriore e formale della Legge. Sta per enunciare un comandamento nuovo che si basa sull'amore; egli non vuole che la legge diventi un capestro per l'uomo, ma che egli la pratichi come strumento di comunione con Dio, come segnali che indicano la strada del ritorno a lui. E' significativa la frase conclusiva del vangelo di oggi: «Il Figlio dell'uomo è signore del sabato». Vuole così dirci che egli sta annunziando un nuovo sabato (giorno festivo), che sta dando compimento alla legge antica, sta proclamando la libertà, che è vincolata solo dall'amore e che ci pone dinanzi a Dio come figli e non più come servi e schiavi. Il nuovo sabàth sarà il Suo giorno, la sua risurrezione, la nostra domenica, la pasqua settimanale.
La lotta della preghiera. «I fratelli chiesero al padre Agatone: "Padre, nella vita spirituale quale virtù richiede maggior fatica?". Dice loro: "Perdonatemi, ma penso che non vi sia fatica così grande come pregare Dio. Infatti, quando l'uomo vuole pregare, i nemici cercano di impedirlo, ben sapendo che da nulla sono così ostacolati come dalla preghiera. Qualsiasi opera l'uomo intraprenda, se persevera in essa, possederà la quiete. La preghiera invece richiede lotta fino all'ultimo respiro"».
COME CELEBRARE LE LODI MATTUTINE NEI GIORNI FERIALI Nei giorni feriali le Lodi mattutine si celebrino in questo modo: si dica il salmo 66 senza antifona, rallentando un po' come la domenica, in modo che tutti si trovino presenti al salmo 50 da dirsi con l'antifona. A questo seguiranno altri due salmi secondo la consuetudine e cioè: al lunedì, i salmi 5 e 35; 5al martedì, il 42 e il 56; 6al mercoledì, il 63 e il 64; 7al giovedì, l'87 e l'89; al venerdì, il 75 e il 91; al sabato, il salmo 142 e il cantico del Deuteronomio diviso in due Gloria. 10Negli altri giorni il cantico dei Profeti si dica ciascuno al giorno suo, secondo l'uso della Chiesa Romana. Seguano quindi le laudes (i salmi 148-149-150), una lettura dell'Apostolo da recitarsi a memoria, il responsorio, l'inno, il versetto, il cantico del Vangelo, la litania; e così si termini.