Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
03 - 09 Aprile 2022
Tempo di Quaresima V, Colore viola
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Martedì 05 aprile 2022

«Io sono», la sorgente della salvezza.

Gesù preannuncia ripetutamente la sua prossima morte. La trama dei suoi avversari gli si stringe attorno come una morsa. Egli però vuole far intendere senza equivoci, che quanto sta per accadere è «l'opera di Dio», è un ardore incontenibile a condurlo. Egli, compiuta la sua missione, desidera «andare», ricongiungersi al Padre. Il suo sarà un percorso di gloria, che sarà però negato ai suoi avversari. Diceva loro: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». L'incredulità ostinata non consente più di muoversi sui sentieri di Dio. È una forma di cecità che oscura e deforma anche l'evidenza, rinnega anche le eterne verità di Dio. Gesù però non scende a compromessi; le verità che egli proclama hanno una provenienza soprannaturale e non possono essere adattate alle menti degli uomini o alle circostanze della vita: sono immutabili, sono eterne: «io dico al mondo le cose che ho udito da Lui». Parla del Padre e s'identifica pienamente con Lui: «Disse allora Gesù: «Come mi ha insegnato il Padre, così io parlo». E aggiunge: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono». L'«Io sono» è l'appellativo di Dio, così si era rivelato a Mosè nella grande teofania sull'Oreb. Alle orecchie degli scribi e dei farisei questa affermazione di Cristo risuona come blasfema e sarà di fatto uno dei capi d'accusa che muoveranno contro di Lui nel processo, che sancirà la sua condanna a morte. Nessuno vuole comprendere che da quella morte sgorgherà la sorgente inesauribile della vita nuova. Rinnegando la persona del Figlio, rifiutando di «conoscerlo», si rinnega Dio stesso, si rifiuta la salvezza, si rimane invischiati nel male e nella morte del peccato. Eppure appare evidente anche ai nostri giorni quanto sia urgente per ciascuno di noi e per l'umanità intera trovare un'àncora sicura di salvezza. Forse siamo invasi dentro e fuori di noi da una schiera di falsi cristi e perfino di anticristi...?


Apoftegmi - Detti dei Padri

Non appena ti levi dopo il sonno, subito, in primo luogo, la tua bocca renda gloria a Dio e intoni cantici e salmi poiché la prima preoccupazione alla quale lo spirito si apprende fin dall'aurora, esso continua a macinarla come una mola per tutto il giorno, sia grano, sia zizzania. Perciò sii sempre il primo a gettar grano, prima che il tuo nemico getti zizzania.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I SETTIMANARI DI CUCINA

I fratelli si servano a vicenda e nessuno venga dispensato dal servizio di cucina, a meno che non sia malato o occupato in cose di maggiore utilità, perché in tal caso si acquista una più grande ricompensa e un aumento di carità. Ai più deboli si diano degli aiutanti, affinché non svolgano il servizio di malumore; anzi abbiano tutti degli aiuti, secondo i bisogni della comunità e la posizione del luogo. Se la comunità è numerosa, il cellerario sia dispensato dal lavoro di cucina e così pure chi - come abbiamo detto - fosse occupato in cose di maggiore utilità; tutti gli altri si servano vicendevolmente nella carità.

Cap.35,1-6.