Ogni uomo gode della grazia di assomigliare a Dio, della libertà, per cui può scegliere in maniera autonoma la vita da percorrere: può optare per Dio oppure appoggiarsi sulle proprie forze. È questa la dignità umana, unico motivo per cui Dio non ci ha creati come esseri perfetti e compiuti. Egli non intende imporre il suo amore, ma ha dato agli esseri una facoltà spirituale, perché possano cercarlo liberamente, riconoscere la sua bontà e la sua misericordia. Ci sono quindi due vie: quella di chi sceglie il percorso dell'autonomia, ma ignorando se stesso; quella di chi, al contrario, si rende conto dei suoi limiti, ma si affida alla bontà del Signore e crescerà in lui. Beati voi poveri: ad essi Gesù annuncia la benedizione da parte di Dio, l'attuazione della sua signoria di pace e di salvezza nel mondo. Al contrario: per i ricchi, i sazi, i godenti, per i grandi della terra incombono le maledizioni. L'uomo che ha la fede, si apre con fiducia filiale all'azione di Dio e attende con attiva operosità la salvezza finale, quando tutto il suo essere sarà reso partecipe in unione con Cristo alla comunione beatificante della vita divina. L'uomo terreno invece, dimenticando Dio, non può superare i limiti del suo stato di creatura imperfetta, perciò è destinato alla perdizione. Un bel esempio della strada da percorrere e quella da evitare, per essere beati, felici già su questa terra ma in modo particolare nel regno dei celi, in eterno.
«Gli anziani dicevano: "Ad ogni pensiero che ti assale chiedi: "Sei dei nostri o vieni dall'Avversario?". Te lo dirà certamente!"».
L'UMILTÀ Quanto poi alla volontà propria, dalla Scrittura ci viene proibito di compierla quando dice: «Non seguire le tue voglie» (Sir 18,30); e similmente nel Padre Nostro preghiamo Dio che si faccia in noi la sua volontà. A ragione dunque ci viene insegnato di non compiere la nostra volontà, se evitiamo l'inganno di cui parla la Scrittura santa quando dice: «Ci sono delle vie che all'uomo sembrano diritte, ma che invece sboccano nel profondo dell'inferno» (Pr 16,25); e similmente ci guardiamo da ciò che si dice dei negligenti: «Sono corrotti e sono diventati abominevoli nelle loro voglie» (Sal 13,1 Volg.). Quanto infine ai desideri della carne, crediamo ugualmente che Dio ci è sempre presente, secondo ciò che dice il profeta: «Signore, davanti a te è ogni mio desiderio» (Sal 37,10). Guardiamoci dunque dai cattivi desideri, perché la morte è posta sulla soglia del piacere; perciò la Scrittura raccomanda: «Non andar dietro alle tue concupiscenze» (Sir 28,30).