Apriamo oggi con il vangelo di Marco questo nuovo percorso del tempo ordinario. Quello di Marco, è un vangelo molto particolare perché sembra costituito da una serie di piccole unità letterarie, collegate insieme proprio come la pericope odierna. Infatti, dopo l’esposizione del contenuto della predicazione di Gesù, ossia l’avvicinarsi del regno di Dio, Marco riporta il racconto della chiamata dei primi quattro discepoli. Ed è un dettaglio molto interessante perché ci collega e ci aiuta in qualche modo a capire la necessità del processo della sinodalità che la Chiesa ci sta proponendo di riscoprire. Con queste prime chiamate da parte di Gesù, dei fratelli, due a due, ci fa capire quanto sia importante nel processo di evangelizzazione, la dimensione comunitaria vissuta nell’unità e nella corresponsabilità. “Andarono dietro a lui”. In questa frase e nell’immagine che ne segue è descritta la vita cristiana e la vita della Chiesa. La Chiesa è l’insieme di coloro che dal Signore sono stati convocati, che stanno con lui, che portano lui nel mondo. La chiamata di Gesù alla conversione, di seguirLo, ha una nota di urgenza. Quindi all’appello si deve rispondere subito, è un appello che esige disponibilità, un distacco radicale. Di fatto osservava Benedetto XVI: “Non abbiamo forse tutti in qualche modo paura - se lasciamo entrare Cristo totalmente dentro di noi, se ci apriamo totalmente a lui - paura che Egli possa portar via qualcosa della nostra vita? Non abbiamo forse paura di rinunciare a qualcosa di grande, di unico, che rende la vita così bella? Non rischiamo di trovarci poi nell’angustia e privati della libertà? Ed ancora una volta il Papa voleva dire: No! Chi fa entrare Cristo, non perde nulla, nulla - assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No! Solo in quest’amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in quest’amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in quest’amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera. "Vieni e seguimi" è un invito sempre valido e rivolto a ciascuno di noi anche se ogni invito alla santità incomincia dallo sguardo di Cristo che ci ama.
Beati quelli che sanno ridere di sé: non finiranno di divertirsi!
VARIE SPECIE DI MONACI E LORO VITA È noto che quattro sono le specie di monaci. La prima è quella dei cenobiti, cioè di coloro che vivono in monastero, militando sotto una regola e un abate. La seconda specie è quella degli anacoreti o eremiti; cioè di coloro che, non per un fervore da principianti nella vita monastica ma per un lungo tirocinio in monastero, resi ormai esperti con l'aiuto di molti, hanno imparato a combattere contro il diavolo e, ben addestrati, attraverso la lotta sostenuta insieme ai fratelli, per il combattimento da soli nell'eremo, sono ormai capaci, senza il conforto di altri ma unicamente con mani e braccia proprie, a lottare sicuri, con l'aiuto di Dio, contro i vizi della carne e dei pensieri.