Lasciamoci accompagnare da San Matteo oggi. Egli ci presenta Gesù che insegna nel tempio dopo aver cacciato i profanatori. A lui si presentano sdegnati i sommi sacerdoti e gli anziani che lo interrogano in modo processuale perché rèputano che abbia fatto un atto di usurpazione di autorità, senza nessun mandato dall’autorità costituita. “Con quale autorità fai questo?” Gesù non risponde direttamente, ma vuole richiamare i capi del popolo alla loro responsabilità in questi tempi nuovi, in cui si manifestano i segni di particolare significato. Li interroga a sua volta: "Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal Cielo o dagli uomini?” Alla domanda segue un grande imbarazzo. Come avrebbero risposto, si sarebbero dati la zappa ai piedi. Se rispondevano: Dal Cielo - sarebbero subito tacciati di incredulità: "perché allora non gli avete creduto?"; se: "dagli uomini" - la paura della gente li terrorizza perché tutti sono convinti che il Battista fosse un grande profeta inviato da Dio. Rispondono quindi: "non lo sappiamo...". E Gesù a loro: "neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose." Vigiliamo perché non ci macchiamo anche noi di un comportamento ambiguo che ci allontana dalla verità per interesse o per difendere modi di agire che nella nostra coscienza consideriamo palesemente errati.
L'abba disse che lui cominciava ogni giorno.
L'ELEZIONE DELL'ABATE Detesti i vizi, ami i fratelli. Anche quando deve correggere, agisca con prudenza e sia attento a non eccedere, perché non accada che a voler troppo raschiare la ruggine si rompa il vaso; abbia sempre presente la sua fragilità e ricordi che non si deve spezzare una canna incrinata (cf. Is 42,3; Mt 12,20). Con questo non vogliamo dire che debba permettere l'alimentarsi dei vizi, ma che usi prudenza e carità nello stroncarli, scegliendo il modo più adatto per ciascuno, come abbiamo già detto. E miri ad essere amato piuttosto che temuto.