Il brano evangelico è preceduto immediatamente da interrogazioni che Gesù rivolge alla gente circa la visita che avevano fato a Giovanni il Battista nel deserto, che, ora, dal carcere invia alcuni suoi discepoli per chiedergli se Egli è il Messia atteso. Egli li rimanda perché riferiscano al loro maestro ciò che hanno veduto: i ciechi riacquistano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti... Quindi Gesù non può trattenersi dal fare l’elogio di Giovanni. Nessun uomo, nato da donna, è più grande di lui. Tutti i profeti sono grandi, ma nessuno ha esultato fin dal seno materno per la presenza del Salvatore, nessun profeta ha avuto la missione di preparare immediatamente la via al Messia con la predicazione della penitenza e con una vita di austerità, conclusasi con la testimonianza della morte. Egli è vissuto nello spirito di Elia che, secondo la mentalità giudaica, avrebbe dovuto precedere il salvatore. E’ grande quindi Giovanni, ma Gesù aggiunge: il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. E’ una affermazione che ci rivela la nostra vera dignità di figli del Regno, che riempie il cuore di gioia mentre impegna ad una vita santa. Noi, i credenti, siamo entrati a far parte del Regno di Dio mediante il sacramento del battessimo che ci ha resi figli di Dio, fratelli di Gesù Cristo, eredi della gloria del Cielo, coeredi con Cristo. Ci resta difficile o quasi impossibile comprendere la grandezza che ci proviene da questo sacramento. San Paolo in una delle sue lettere ci dice che noi “sediamo già in cielo”, apparteniamo a questo Regno che ci rende fin da ora cittadini del Cielo, familiari di Dio. In Gesù, vero Uomo e vero Dio, la nostra natura è glorificata alla destra del Padre celeste, come ebbe la gioia di contemplarla Santo Stefano al momento della lapidazione. E’ per questo che San Leone Magno ci ripete: Cristiano, considera la tua immensa dignità! Non avvilirla con il peccato. Ogni mattina dovremmo rivolgerci al Padre con la preghiera: Ti adoro, mio Dio, ti amo con tutto il cuore; ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte...
Il padre Isaia disse: "se uno vuole rendere male per male, può ferire la coscienza del fratello anche con un solo cenno".
L'ORDINE DELLA COMUNITÀ Dovunque i fratelli si incontrano, il più giovane chieda la benedizione al più anziano; quando passa un anziano, il più giovane si alzi e gli ceda il posto a sedere e non ardisca sedersi di nuovo se non glielo permette l'anziano; in modo che si avveri ciò che sta scritto: «Gareggiate nello stimarvi a vicenda» (Rm 12,10). I fanciulli più piccoli e gli adolescenti nell'oratorio e a mensa mantengano con ordine i posti stabiliti; fuori poi e in qualunque altro luogo siano sotto sorveglianza e disciplina, finché non arrivino all'età della discrezione.